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Estratto dell’intervista concessa dal presidente dell’Onb Vincenzo D’Anna alla rivista Nature

Estratto dell’intervista concessa dal presidente dell’Onb Vincenzo D’Anna alla rivista Nature

Pubblichiamo un estratto (in particolar modo delle domande, in origine lunghissime) della lunga intervista concessa, quasi un mese fa, dal presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi Vincenzo D’Anna, alla giornalista Giorgia Guglielmi, science writer di “Nature”. Abbiamo deciso di diffonderla su questo numero del giornale on-line dei Biologi - in attesa che “Nature” batta un colpo e ci faccia sapere se e quando la pubblicherà - con la speranza di sgomberare il campo dagli equivoci una volta e per tutte, e fare così chiarezza su un capitolo, quello legato alla pratica vaccinale, sovente al centro di gratuite polemiche e strumentali attacchi alimentati da quanti vogliono limitarsi a ridurre l’argomento ad una sterile contrapposizione No Vax-Pro Vax. Una dicotomia, lo diciamo chiaro e tondo, che reputiamo assurda e riduttiva, e che rischia di svilire un dibattito che è unicamente rivolto ad ac- certare la sicurezza della pratica vaccinale non certo a metterne in discussione l’utilità.

"La pubblicazione fa chiarezza su un tema spesso ridotto ad argomento di polemica sterile"


Presidente D’Anna, quali sono le motivazioni che hanno spinto il Consiglio dell’ONB a donare 10mila euro  all’associazione Corvelva?

«Lo scopo è contribuire a che si completino le analisi sui vaccini, sia dal punto di vista biologico, sia dal punto di vista chimico. Analisi fatte da laboratori sicuramente indipendenti, ovvero non soggetti, né direttamente, né indirettamente, ad influenze e finanziamenti che, generosamente, le case produttrici di vaccini sono solite elargire a laboratori pubblici e ricercatori universitari. Giova ricordare, in tal senso, che la Commissione speciale d’inchiesta della Camera dei Deputati ha depositato e resa pubblica la propria relazione sui danni procurati da nanoparticelle di uranio impoverito e sulla profilassi vaccinale somministrata ai nostri soldati, chiedendo a tutte le istituzioni di proseguire l’accertamento analitico dell’esatta composizione dei vaccini. Nessuna delle pubbliche istituzioni ha risposto lasciando cadere sia l’appello che la relazione. Solo Corvelva ha accolto l’invito ad effettuare analisi».


In quale punto della relazione la Commissione chiede “a tutte le istituzioni di proseguire l’accertamento analitico dell’esatta composizione dei vaccini”?

«Be’, mi sembra evidente no? Nel punto in cui invita “l’intera comunità scientifica, di cui l’istituto superiore di Sanità è parte" a prendere atto degli esiti della indagine, laddove questa ha evidenziato che le nanoparticelle (presenti anche nei vaccini sotto forma di metalli pesanti) e la pluralità delle vaccinazioni, possono produrre effetti avversi. Le aggiungo che le prime analisi (metagenomi- che) di Corvelva sono state rese note ed evidenziano parecchi aspetti da valutare. A cominciare da una quantità di DNA fetale che a quanto pare sarebbe risultata di 200 volte oltre il limite fissato. Che sono presenti altri tipi di materiale genetico oltre quelli derivanti dai virus del vaccino, ovvero pseudo specie mutate di virus ricombinati sulla cui nocività occorre indagare. Ma comunque io non ho titolo né intenzione di fare affermazioni che confermino o smentiscano alcunché. Dico solo quello che sta emergendo e che, insomma, v il fatto stesso che le analisi siano state eseguite, apre un fronte di dibattito e di approfondimento che va nel senso della produzione di vaccini più sicuri».


I vaccini sono sottosti ad analisi prima, durante e dopo la commercializzazione da parte di enti nazionali e internazionali quali AIFA, EMA, FDA, ecc. A quali laboratori “soggetti [...] ad influenze e finanziamenti” da parte delle case produttrici di vaccini intende fare riferimento?

«Non prima, solo durante (per accertare l’effettivo presenza di antigene), né dopo. Ci sono molte cose messe in giro non vere. Alcuni lotti di vaccino antinfluenzale, è storia recentissima, hanno provocato alcune morti in Italia, tanto da indurre Aifa a bloccare quel vaccino. Sono queste le conseguenze delle analisi post produzione? Per quanto concerne i laboratori, vada a spulciarsi i vari elenchi pubblicati dalle industrie farmaceutiche aderenti all'EFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Association): scoprirà nomi, cognomi ed entità dei relativi finanziamenti.»


Il programma scientifico di Corvelva e l'approccio utilizzato per condurre analisi sui vaccini sono stati sottoposti a revisione dei pari (peel – review) da parte di scienziati indipendenti dall'ONB prima che l'Ordine approvasse asse il finanziamento? E in che modo l’Ordine ha valutato gli aspetti scientifici legati alle analisi?

«L’Ordine non ha sottoposto il finanziamento ad alcun vincolo se non quello di poter avere, in anteprima, gli esiti delle analisi ancorché pre-pubblicate su una rivista scientifica. L’Ordine non ha alcuna competenza a validare le analisi né ad accreditarle come incontrovertibili. Il nostro unico scopo è quello di far giungere a tutti i Biologi le diverse opinioni scientifiche sul terna dei vaccini o meglio, sulla sicurezza degli stessi, in riferimento agli studi fatti da più parti nel mondo e già pubblicati. Ci tengo a sottolineare come purtroppo finora, nonostante le richieste e i nostri ripetuti appelli, nessun lavoro a contenuto scientifico valido, è giunto ad ONB (lo avremmo pubblicato volentieri sul nostro sito) che confutasse le tesi che accreditano come potenzialmente dannosi alcuni costituenti dei vaccini. Costituenti, occorre ribadirlo, appartenenti alle quattro categorie extra antigene presenti nelle soluzioni vaccinali, ovvero: adiuvanti, conservanti, additivi, scarti di produzione. In compenso, sono giunte solo invettive ed offese. Il nostro finanziamento, come la restante cospicua parte resa disponibile dalle offerte fatte dai cittadini, è iscritto nel bilancio di Corvelva. Credo sia deprecabile che in una Nazione con istituzioni sanitarie infarcite di dipendenti, ricercatori e cattedratici universitari, le analisi debbano essere finanziate da una contribuzione di privati».


Mi perdoni, cosa significa “pre-pubblicate su una rivista scientifica’’? L’Ordine diffonderà i risultati delle analisi prima o dopo che queste vengano sottposte a revisione?

«Significa che in queste ore le analisi meta-genomiche sono state già pubblicate su di una rivista scientifica. Quanto a pubblicarle sul sito dell’Ordine, vedremo dopo le opportune valutazioni del caso».


Ma il Consiglio ha approvato il finanziamento all’unanimità?

«Certo, il Consiglio ha deliberato all’unanimità, come in ogni altra circostanza decisionale. L’unico assente fui proprio io per altri impegni. La delibera è esposta da tem­po nell’Albo Pretorio elettronico».


Un’altra critica circa la donazione al Corvelva è che 10 mila euro non sono un importo sufficiente a garantire uno studio scientificamente solido e dettagliato sui vaccini...

«Ripeto, il nostro era un contributo tra i tanti che hanno permesso l’esecuzione delle analisi. Si decidano: a volte è troppo, a volte è poco...».


La petizione on-line lanciata da “Biologi per la Scienza” chiede al ministro Grillo di rimuoverla dall’incarico di presidente dell’ONB per aver finanziato il Corvelva...

«L'iniziativa da parte di studenti dell’Università di Trento, fondatori di questa associazione che si fregia del titolo di “Biologi”, riservato invece a laureati iscritti ad ONB dopo aver superato l’esame di Stato, credo rientri più nella categoria goliardica che in quella scientifica. La salute pubblica è messa in discussione dall’ignoranza e dalla superficialità, non da coloro che intendono accertare se le centinaia di impurezze biologiche e chimiche (dal materiale genetico agli antibiotici, dagli anti malarici agli anti crittogamici, dai metalli pesanti alle proteine estranee, dai virus modificati rispetto a quello “selvatico originario” per le continue replicazioni nel processo di produzione agli erbicidi è cosi via) che stanno emergendo dai primi dati delle “scandalose” analisi effettuate, possano essere nocive o meno alla salute dei bambini ai quali iniettiamo tutto questo».


Il Ministero della Salute è a conoscenza di tale finanziamento e ha partecipato in alcun modo alla decisione?

«Il Ministero della Salute ha compiti di alta vigilanza sull'ONB riferiti alla correttezza ed all’aderenza alla legge istitutiva, ma non può interferire nelle sovrane decisioni degli Ordini che godono del principio di auto-governo».


E il Consiglio? È a conoscenza del tipo di analisi e della modalità con cui verranno effettuate?

«Il Consiglio ha come consulente anche un’esperta farmacologa specialista iti farmaco dinamica ed è in grado di valutare, in linea di massima, la correttezza delle procedure standard seguite».


Chi è la consulente del Consiglio?

«Mi perdoni, ma per il rispetto della privacy, non sono autorizzato a rivelare informazioni che riguardano altre persone».


Alcuni scienziati hanno criticato la decisione dell’ONB di finanziare le analisi del Corvelva. C’è chi, ad esempio, ha detto che ulteriori analisi sui vaccini sono inutili, poiché i vaccini in uso vengono regolarmente controllati da enti nazionali e internazionali riconosciuti. Come risponde il Dott. D’Anna?

«Le rigiro la domanda e rispondo che quando è stata interpellata sui mancati limiti di alcune componenti immesse nei vaccini, come ad esempio l'alluminio oppure la formaldeide (entrambe ritirate dal commercio perché tossiche), l'Aifa non ha risposto e l’EMA ha eluso la domanda rispondendo che i vaccini si praticano da cento anni e sono pertanto una pratica medica sicura. Sullo stesso principio di consuetudine si basa anche roMs...».


Su quali dati sono basate queste tesi? Lei presenza di alluminio in minime quantità nei vaccini ha dimostrato di porre rischi estremamente bassi...

«Le ricordo che l’alluminio presente nei vaccini “in minime quantità”, come dice lei, viene inoculato non ingerito, ed in quanto inoculato viene assorbito al 99% e non allo 0,3% come quello ingerito. La tossicità va valutata diversamente e studi in materia ne affermano la tossicità. Non riesco a capire perché chi parla dei rischi collegati all'inalazione di nanoparticelle nelle cosiddette Terre dei fuochi, debba godere del plauso e dell'apprezzamento della “comunità scientifica” mentre chi pone analoghi interrogativi sulla presenza degli stessi componenti in prodotti come i vaccini, debba, all’opposto, essere esposto al pubblico ludibrio».


Chi e come ha verificato, come afferma lei, i mancati limiti di alcune componenti immesse nei vaccini? E quali sono state le risposte di AIFA ed EMA esattamente?

«Numerosi studi pubblicati su prestigiose riviste da vari autori, hanno evidenziato gli eccessi di taluni componenti dei vaccini. La presenza di DNA umano è per esempio cancerogena, come lo sono la formaldeide e le tracce di mercurio, così per la tossicità dell'alluminio iniettato che è stato proibito anche nelle creme cosmetiche. Ci sarebbe molto da dire e da verificare in proposito se chi pone tali domande e fa tali studi non venisse considerato come un nemico della scienza...».


Ma il Corvelva è in grado di svolgere un’attività di analisi indipendente, dal momento che ha dimostrato in più occasioni di avere pregiudizi contro i vaccini?

«Vede, io non rispondo per il Corvelva, del quale non conosco i dirigenti né le finalità. So solo che gente che tira fuori, di tasca propria, centinaia di migliaia di euro non è certo intenzionata a buttarli via ma anzi, vuole utilizzarli. La certezza sulla sicurezza dei vaccini deve fornirla lo Stato,  dati spe­rimentali alla mano. Chi impone un obbligo vaccinale deve garantirne anche e necessariamente la sicurezza».


Quindi, presidente, ritiene che il comitato Corvelva dia garanzia di scientificità e autonomia?

«Ritengo che abbia tutto l’interesse a procurarsi, presso laboratori qualificati e certificati, analisi accurate perché sicuramente oggetto di valutazioni critiche».


Ma non trova che finanziando un’associazione vicina al movimento no-vax e free-vax si rischi di far assumere una posizione anti-scientifica all’Onb?

«Le rispondo che si tratta di affermazioni apodittiche e generiche. Nessuno tira fuori analisi eseguite da soggetti e strutture che non siano finanziate dai produttori di vaccini! Se le hanno, le mostrino!! In Italia abbiamo leggi che favoriscono i produttori e non proteggono i consumatori di vaccini. È ben strano che chi produca vaccini non abbia poi anche l’obbligo di eseguire test qualitativi e quantitativi sul prodotto finito, salvo dimostrare che contenga fantigene virale o batterico indicato. Ma lei lo sa che è più dettagliata la composizione di un formaggino che quella di un vaccino? Nessuno assumerebbe alimenti senza conoscerne la composizione e la presenza di additivi e conservanti! si figuri iniettare vaccini a bambini appena nati! È questo il vero problema: la sicurezza. Mentre non ho mai messo in discussione l’efficacia dei vaccini»


Ma così facendo, finanziando cioè un’associazione vicina al movimento no vax si potrebbe anche rinfocolare la campagna anti-vaccinista...

«Mi perdoni ma la campagna vaccinista in Italia usa quotidianamente enormi mezzi economici ed anche modalità discutibili di propaganda come quella che coinvolge i bambini non vaccinati descritti come untori, portatori di malattie. Una specie di Maccartismo sanitario che non teme confronti. La violenza verbale e fattuale viene semmai dai cosiddetti “vaccinisti”: hanno scatenato un fuoco di fila, minacciato di radiazione i medici che obiettano. Dei contributi in danaro distribuiti a medici, pediatri e Università, ogni anno, in Italia, dalle case farmaceutiche, solo la Glaxo ha pubblicato elenchi per 40 milioni di euro. Lo stesso dicasi per alcuni organi di informazione (non tutti per la verità) che lanciano allarmi in ogni occasione. Una lotta impari che non teme concorrenza. I “No Vax” vanno persuasi non convertiti a colpi di crocifisso sulla testa».


Se FONB solleva dubbi sulla sicurezza dei vaccini, le conseguenze sull’opinione pubblica potrebbero essere disastrose, con  una riduzione delle coperture e la possibilità di epidemie potenzialmente mortali...

«Le ribalto la domanda: lei non crede che aumenterebbero le persone che scelgono di vaccinare i propri figli se riuscissimo a garantire loro l’assoluta sicurezza del vaccino? Questo è il nostro obiettivo».


Il dott. D’Anna è presidente di Federlab Campania? È proprietario oppure ricopre cariche di amministrazione e/o tecniche e/o di titolarità in qualche laboratorio analisi? Non ritiene che possa esserci un conflitto di interesse con la decisione di finanziare un progetto che prevede analisi biologiche e chimiche da effettuarsi in laboratori di analisi?

«Non ho altre rappresentanze che quella di ONB. Sono pensionato, non ho più quote di laboratorio. Questa del mio presunto interesse, credo abbia il sapore più di una boutade che di una calunnia. E poi: è risibile pensare che un laboratorio di analisi cliniche possa cimentarsi in analisi complesse come quelle sui vaccini, ma ancorché così fosse, credo che le analisi pre-vaccinali debbano farle le strutture pubbliche presso le quali si praticano le vaccinazioni. Il vero problema è capire perché non si vogliano fare queste analisi quando risulterebbero utili nel caso di taluni soggetti iper sensibili o con storie cliniche e familiari di intolleranze e reattività. Sono questi assurdi divieti ad alimentare un mercato esterno che drena danaro dalle tasche della gente».


Eppure, secondo le informazioni presenti sul sito Federlab Campania, lei, dott. D’Anna, risulta ancora presidente della suddetta associazione. Chi è dunque il nuovo presidente di Federlab Campania e quando è stato eletto?

«Il reggente è il vice presidente Gennaro Lamberti in attesa delle elezioni. Il tutto è verificabile chiedendo copia del verbale di assemblea che lo ha nominato».


Ma lei, presidente, è a favore dell’obbligo vaccinale?

«Sono contrario, in assenza di pericoli effettivi per la popolazione, ad obbligare un trattamento sanitario, a concedere allo Stato un potere che va contro la Costituzione. D’altra parte l’ONB ed i Biologi ben conoscono i meriti dei vaccini e ben vogliono conoscere il resto sulla sicurezza».


E qual è la posizione dell’ONB circa l’efficacia e la sicurezza dei vaccini?

«Ribadisco di non aver mai messo in discussione l'efficacia dei vaccini. Né io, né l’Ordine siamo in alcun modo definibili “No Vax". Ma proprio per diffondere la cultura del vaccino dobbiamo garantire la sicurezza degli stessi. Ed oggi sul punto abbiamo un quadro normativo lacunoso, che impone maggiore trasparenza, non lo dico per ripetermi, per un formaggino che per un vaccino, ed una rete di istituzioni che si occupano di vaccini che, in quanto finanziati dalla case farmaceutiche, non possono offrire quella garanzia di terzietà necessaria per garantire l’imparzialità dei risultati. Noi vogliamo eliminare questa aurea di dubbio e siamo pronti a finanziare ogni attività di ricerca che dia garanzia di scientificità ed autonomia. L'ONB, torno a sottolinearlo, non ha proferito una parola contro la pratica vaccinale, non ha mai partecipato a manifestazioni di sorta: si è solo preoccupato di trattare il tema della sicurezza perché esiste ed è innegabile. E comporta decine di migliaia di eventi avversi anche molto gravi e mortali. Se l'Aifa pubblicasse le statistiche sapremmo cose più precise. Tenga conto che la legge Lorenzin altera e condiziona anche la statistica degli eventi avversi, indicando in cinque giorni il tempo massimo per denunciarli».


Alcuni scienziati hanno criticato il convegno “Nuove Frontiere della Biologia” per la presenza di relatori che hanno gettato dubbi, direttamente e indirettamente, sulla sicurezza e/o la conformità di alcuni vaccini. Come risponde alle critiche?

«Per la verità mi era sembrato palese ed evidente già nell’immediatezza dei fatti: il convegno non ha trattato in alcun modo la tematica della sicurezza dei vaccini e l'unico intervento in materia di epidemiologia, relativamente ai vaccini, è stato quello di un vaccinista di fama mondiale come il due volte candidato al premio Nobel Giulio Tarro. Montagnier ha tenuto due lectio magistralis sui campi magnetici e sulla teoria immunizzante. I relatori erano scienziati e cattedratici provenienti da tutta Europa, oltre che italiani. Chi li ha criticati non arrivava alle loro ginocchia. In poche parole: piccola invidia e provincialismo culturale».


Lei afferma che chi impone un obbligo vaccinale deve garantirne anche e necessariamente la sicurezza. Eppure AIFA ed EMA seguono tutte le fasi di controllo di efficacia, sicurezza e qualità dei vaccini, pubblicando regolarmente dossier autorizzativi...

«Aifa non risponde a nessuna domanda posta, EMA si limita a ricordarci che la pratica vaccinale esiste da un secolo e tanto può anche bastare».


I dossier autorizzativi pubblicati dall’EMA contengono la composizione dettagliata dei vaccini autorizzati, così come l’AIFA pubblica sul proprio sito i foglietti illustrativi dei vaccini. In che maniera è più dettagliata la composizione di un formaggino?

«Lei conosce tutti gli ingredienti contenuti in un formaggino, non conosce tutto quanto è contenuto nel vaccino. Nei foglietti illustrativi trova notizie limitate a quelle che fanno comodo al produttore e agli eventi avversi anche mortali. È questo il vero problema: la sicurezza. Mentre non ho mai messo in discussione l'efficacia.


Quali sono le strutture finanziate dai produttori di vaccini a cui fa riferimento? E quali analisi svolgerebbero queste strutture?

«Si guardi gli elenchi degli enti finanziati e dei ricercatori oppure docenti finanziati e troverà la risposta».


Ma può fornire questi dati?

«Torno a ripeterglielo: veda gli elenchi EFPIA».


A cosa si riferisce quando parla di “assoluta sicurezza del vaccino”?

«Al fatto che nei vaccini vi sia una quantità di impurezze biologiche e chimiche sui cui danni per inoculazione nessun ente terzo ha svolto controlli. Le ricordo che i produttori di vaccini non hanno obbligo di testare il prodotto finito. Questo è il nostro obiettivo».


Cosa in particolare vuole conoscere l’ONB sulla sicurezza dei vaccini?

«Mi costringe a ripetermi. E a ribadirle che nei vaccini sono presenti una quantità di impurezze biologiche e chimiche sui cui danni per inoculazione nessun ente terzo ha svolto controlli. Da qui parte la nostra domanda. Tali micro-sostanze, tali nano-particelle, fanno male? Non fanno male? Sono nocive? Non sono nocive? Provocano effetti avversi? È lecito saperlo, di grazia?».


Quali sono le istituzioni finanziate dalle case farmaceutiche? E in che modo queste si occupano dei vaccini?

«Basta vedere gli elenchi pubblicati dalle industrie farmaceutiche aderenti alTEFPIA (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associaton) relativamente all’ultimo triennio. Vi compaiono i nomi di medici, pediatri ed istituzioni. Con tanto di finanziamenti e relativi importi. Noi vogliamo eliminare questa aurea di dubbio e siamo pronti a finanziare ogni attività di ricerca che dia garanzia di scientificità ma soprattutto di autonomia ed imparzialità».


Le statistiche AIFA sulla sorveglianza post-marketing sono disponibili online. A quali statistiche si riferisce dunque?

«Mi riferisco al fatto che Aifa finora non ha mai reso noti i dati sugli eventi avversi dei vaccini. Gli unici dati disponibili sono stati acquisiti tramite sentenze del Tribunale Amministrativo mediante attivazione delle procedure legali per l’accesso agli atti da parte del Codacons (tutela i consumatori)».


Ultima domanda, presidente. Il dipartimento di biologia dell’università di Padova sta considerando di interrompere la collaborazione con l’ONB per l’organizzazione degli esami di stato per biologi. È a conoscenza di questa iniziativa e come la commenta?

«Per la verità siamo intenzionati a spostare la sede degli esami da Padova a Venezia oppure altrove ed a tal proposito ci soccorrerà il decentramento verso gli Ordini regionali. Per quanto mi riguarda, la cosa mi interessa solo per gli eventuali disagi arrecati ai giovani collegiali, per il resto mi lascia del tutto indifferente».

Corvelva

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