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Anche nella Striscia di Gaza la favola dell'1 su 1 milione non regge

Anche nella Striscia di Gaza la favola dell'1 su 1 milione non regge

Grazie all'eco mediatico derivato dalle nostre analisi, ci hanno contattato genitori da tutto il mondo e abbiamo confermato ciò che purtroppo già temevamo: che la negazione del danno vaccinale non conosce differenze di etnia, religione o lingua, in tutto il mondo la stessa triste storia, bambini innocenti danneggiati da vaccino e rinnegati dal sistema!

Prima di iniziare a raccontare la storia del picco Abd-elhay (Abd-elhay Ahmed Salha) vogliamo collocarlo nel giusto spazio e tempo, parlandovi di cos’è la Striscia di Gaza. 1 La striscia di Gaza è un’area costiera di 365 km² che confina con Israele ed Egitto fondata nel 1947 secondo i termini del piano di partizione delle Nazioni Unite. Dal 2012 è riconosciuta dall’ONU come Stato di Palestina e vive attualmente una situazione geopolitica estremamente tesa che rende la vita non facile, di certo lontana dai canoni occidentali.

La sua popolazione è di circa 1,7 milioni di abitanti di cui 1.2 milioni di rifugiati palestinesi che sono “gestiti” dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), 2 un carrozzone burocratico di 30.000 dipendenti 3. Per comprendere quanto questa agenzia sia ingombrante, l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR, 4 che è la principale agenzia per la gestione dei rifugiati in tutto il mondo e si occupa di circa 60 milioni di persone, ha uno staff di poco meno di 17.000 persone.

Va chiarito subito che la nostra Associazione non vuole entrare nelle dinamiche geopolitiche che hanno portato al conflitto tra Israele e Palestina, e neppure vuole schierarsi in alcuno modo a favore di uno o dell'altro. Vogliamo "semplicemente" raccontare la storia di alcuni bambini, soprattutto uno, danneggiati da un vaccino e rinnegati dal quel sistema che lo ha obbligato.

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Il piccolo Abd-elhay nasce nella Striscia di Gaza il 14 agosto 2016 sanissimo e bellissimo come tantissimi altri bambini. Dai video e dalla documentazione che il padre ci ha mostrato, nei suoi primi mesi d’infanzia era vigile, sorridente e iniziava le prime interazioni con il mondo circostante. Pur crescendo nel campo profughi di Jabalya,5 il più grande campo profughi della Striscia, sito in una cittadina a quattro chilometri a nord della città di Gaza, la sua vita procedeva in maniera normale. Fino al 14 febbraio 2017. Quel giorno, a 6 mesi di vita ha ricevuto la vaccinazione obbligatoria DTP+HeB (difterite, tetano, pertosse e Haemophilus influenzae B). Da quel fatidico giorno il suo mondo, quello della sua famiglia e quello di altri bambini, è cambiato per sempre.

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Dopo la vaccinazione la salute del piccolo Abd-elhay ha iniziato immediatamente a peggiorare in maniera drammatica fino a che non è stata riscontrata una paralisi cerebrale irreversibile. Da quel giorno il padre ha iniziato una battaglia ferocissima contro tutte le istituzioni coinvolte, che si è rivelata però una lotta contro i mulini a vento considerato che l’agenzia UNRWA gode di immunità diplomatica contro questi casi, fatto che rende impossibile portare la questione in tribunale.

La situazione sanitaria e sociale della Striscia di Gaza non sono certamente d’aiuto a questa situazione, nel dolore e nel tormento di trovarsi di fronte sia ad un figlio rovinato da un vaccino, sia a delle istituzioni sorde, si aggiunge un tasso di disoccupazione che oscilla tra il 44% e il 60%. Gli ospedali sono sovraccarichi di feriti, perché in queste aree si combatte e spesso la priorità viene data alle ferite di guerra. Una cosa di cui si parla pochissimo è l’embargo scientifico: 6 i medici locali sono obbligati a confrontarsi solo con loro stessi, impossibilitati a uscire dalla Striscia per andare all’estero ad aggiornarsi. Se ci pensate, se in occidente il medico disconosce il danno da vaccino, in quelle aree si aggiunge la non conoscenza delle più recenti pubblicazioni rendendo sia la terapia che l’assistenza sanitaria del tutto affidata al caso.

Il padre, Ahmed A. Salha, non è l’unico a combattere per suo figlio: ad oggi abbiamo ricostruito una parzialissima stima che ammonta a 4 bambini danneggiati e tutti nella stessa fascia d’età del piccolo Abd-elhay. Questo dato è importante e pur non essendo stati in grado di reperire dati ufficiali per quantificare la popolazione pediatrica della zona, ma sapendo che la totalità delle persone nella Striscia di Gaza non supera i 2 milioni, è facile comprende che la favola del “1 su 1 milione” viene miseramente vanificata! Se in Italia denunciamo da anni come il sistema di farmacovigilanza sia fallace, da loro un sistema di farmacovigilanza, seppur inefficace, è un'utopia.

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Le famiglie coinvolte continuano a pretendere risposte dall’UNRWA, dalle Nazioni Unite, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute senza riscontrare nessuna reazione ed è stata proprio questa riluttanza a dare risposta ai genitori, identica a quella che vivono altri milioni di genitori nel mondo, che ci ha portati a voler raccontare le loro storie.
Ahmed A. Salha, anche grazie ad una pagina facebook, 7 è riuscito recentemente nell’intento di portare la sua storia nei media locali ed è questo il modo in cui noi siamo riusciti a entrare in contatto con lui.

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Da ciò che siamo riusciti a ricostruire leggendo l’incartamento del padre, il piccolo Abd-elhay dovrebbe aver ricevuto il TETRAct-HIB della Sanofi Pasteur,8 un vaccino entrato a far parte dei vaccini consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come immunizzazione primaria ma che, evidentemente, hanno avuto nella Striscia di Gaza qualche problema forse neppure troppo inaspettato.

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Per comprendere l’attuale situazione di questa agenzia va ricordato che il capo dell’UNRWA, Pierre Krähenbühl, è stato recentemente oggetto di serissime accuse che hanno portato alle sue dimissioni. Fonti interne hanno riferito che le accuse riguardavano la sua relazione con un membro dello staff con il quale viaggiava per il mondo in business class e soggiornando in lussuosi hotel. Lo scandalo che ha investito Krähenbühl però non si è limitato ad un’amante e a delle spese lussuose, si è allargato nel tempo arrivando a coinvolgere la sua vice Sandra Mitchell, il capo dello staff Hakam Shahwan e la consigliera Maria Mohammedi. I reati imputati a questa cerchia, dopo le testimonianze rese dal personale dell’Unrwa, sono quelli di abuso di potere, rappresaglie, nepotismo e soppressione del dissenso. Nei giorni scorsi Mitchell e Shahwan si sono dimessi, o meglio sono stati costretti a dare le dimissioni. 9 Questi comportamenti hanno portato alla cessazione dei finanziamenti di diversi paesi donatori, tra cui la Svizzera e il Belgio, 10 fondi che vanno a sommarsi a quelli sospesi da Donald Trump nel 2019. 11

Vi lasciamo con una serie di fotografie del piccolo Abd-elhay e i link per supportare la battaglia del padre, augurandoci che sia lui che le famiglie coinvolte possano trovare aiuto e risposte.

https://www.gofundme.com/f/palestinian-child-with-ceberaly-palsy


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  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Striscia_di_Gaza
  2. https://www.unrwa.org/
  3. https://www.unrwa.org/careers/working-unrwa
  4. https://www.unhcr.org/
  5. https://it.wikipedia.org/wiki/Jabalya
  6. https://altreconomia.it/embargo-scientifico-gaza/
  7. https://www.facebook.com/abdelhayDPT/
  8. https://www.who.int/immunization_standards/vaccine_quality/PQ_97_dtphib_10_dose_sanofi_pasteur/en/
  9. https://ilmanifesto.it/scandalo-unrwa-lombra-della-giustizia-ad-orologeria/
  10. https://www.theguardian.com/world/2019/nov/06/pierre-krahenbuhl-steps-down-head-un-agency-palestinian-refugees-investigation
  11. https://www.lastampa.it/esteri/2018/09/01/news/trump-taglia-tutti-i-fondi-ai-palestinesi-1.34042248
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