Polio - Vaccinazione: l'altra faccia

Polio - Vaccinazione: l'altra faccia

La poliomielite è una malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale. Gli agenti eziologici sono tre sierotipi di Poliovirus, genere Enterovirus, famiglia Picornaviridae.

Le zone più colpite sono quelle a clima temperato freddo e si può presentare in tutte le stagioni dell'anno ma, dalla casistica, emerge una certa prevalenza nei mesi estivi-autunnali.   

La via di contagio del poliovirus è oro-fecale e l'uomo è l'unico "reservoir".

Il periodo di incubazione, definito come intervallo di tempo tra esposizione al virus ed esordio della paralisi, è compreso tra  8 e 36  giorni, con una media di  11- 17  giorni. 

Il poliovirus si moltiplica nell'oro-faringe, nell'intestino e nei tessuti linfatici sottostanti. Successivamente esso passa nel sangue (viremia minore)  e viene diffuso al tessuto reticolo-endoteliale.

Nel 90/95% dei casi  (poliovirus di tipo 1 detto Brunhilde - il più comune), l'infezione si conclude a questo punto in maniera asintomatica: l'individuo, però, rimane permanentemente immune, da tutte le forme di poliomielite. La vaccinazione, quando funziona e se non ha effetti collaterali, comunque non rende l'immunità permanente, ma solo per, circa, cinque anni. 

In pochi casi, 4 - 8%, (poliovirus di tipo 2 detto Lansing - assolutamente innocuo) il virus continua a moltiplicarsi nel tessuto reticolo-endoteliale e ritorna nel circolo sanguigno (viremia maggiore), causando una sindrome febbrile acuta chiamata  "malattia minore": se la malattia non progredisce ulteriormente ed il paziente guarisce in pochi giorni, si parla di  "poliomielite abortiva", è clinicamente non diagnosticabile.

Tuttavia in rari casi, circa   1% (dovuti al poliovirus di tipo 3 detto Leon), nel corso della  "viremia maggiore",  il virus può invadere il  SNC  e causare la cosiddetta  "malattia maggiore"  nelle sue varianti:

  1. Poliomielite non paralitica (meningite asettica), compare il quadro sindromico della flogosi meningea, con rigidità nucale e del rachide, cefalea intensa, elevazione termica. Tale quadro rimane apprezzabile per 2-7 giorni, per regredire completamente senza esiti.
  2. Poliomielite paralitica: (nel 4-6% dell' 1%) si manifesta in due forme clinico patologiche principali: la forma spinale e la forma bulbare. La paralisi spinale si verifica in una percentuale di casi molto limitata, pari allo 0,1% dei soggetti infetti. Le manifestazioni della localizzazione bulbare della poliomielite possono occorrere in modo isolato e sostenere da sole, con tutta la loro gravità, il quadro clinico del periodo paralitico, ma più frequentemente è descritta l'associazione di paralisi bulbari, (circa il 50% dei casi di poliomielite paralitica) con fenomeni paralitici spinali,  (forma Bulbo Spinale)

Encafalite: espressione rara della malattia maggiore. Di fatto l'encefalite poliomielitica è clinicamente indistinguibile da altre forme di encefalite di diversa eziologia, onde il ruolo causale può essere sospettato soltanto in corso di epidemie di poliomielite.

Virus causali di "poliomielite" o di sindromi similpoliomielitiche

Specie                                                                    Sierotipi

POLIOVIRUS                                                           1, 2, 3

COXSACKIE                                                            A9, B2, B5, A7, A4, B3, B4

ECHO                                                                     6, 9, 1, 4, 7, 11, 16, 18, 30

ENTEROVIRUS                                                        70, 71


Un po' di storia
La poliomielite è una malattia  “antica”.  Quando succedeva che una persona contraeva questo virus, con le sue terribili conseguenze, non destava nella comunità panico o terrore.  Perché succedeva questo? Per il semplice fatto che la gente sapeva che chi era a contatto con l’ammalato non si infettava.

Dobbiamo chiederci: come mai la poliomielite è diventata  epidemica?
Trovando la risposta a questa domanda possiamo chiarire le nostre conoscenze.
Ci sono tre fattori molto importanti che hanno contribuito a rendere questa malattia molto pericolosa:

  • Pesticidi
  • Alimentazione
  • Vaccini

Pesticidi
Siamo certi che ben pochi di voi sono a conoscenza di questi dati da:
(Handbook of Pesticide Toxicology, edited by Wayland J. Hayes, Jr. and Edward R. Laws, Academic Press Inc., Harcourt Brace Jovanovich, Publishers, San Diego (1991) 3 volumes, p769)
It has been alleged that DDT causes or contributes to a wide variety of diseases of humans and animals not previously recognized as associated with any chemical.
Such diseases included... poliomyelitis, …such irresponsible claims could produce great harm and, if taken seriously, even interfere with scientific search for true causes…

imm polio 1

“durante la grande epidemia del 1942-1962 le vittime da polio furono diagnosticate con polio causata da poliovirus indipendentemente dal fatto che il virus della polio fosse stato trovato o meno, perchè l’NFIP rimborsava solo questo tipo di polio; perciò per i pazienti che erano costretti a restare in ospedale in polmoni d’acciaio e ad essere sottoposti a terapie, era economicamente imperativo per l’ospedale diagnosticarli in questo modo; così la presenza del poliovirus nelle poliomieliti è stato raramente determinato allo scopo di arrivare alla diagnosi di polio.”


Alimentazione
Un altro elemento  che ha favorito fortemente l'insorgere delle epidemie di poliomielite è stata l'impossibilità da parte delle mamme di allattare i propri figli, per cui questi non avevano una flora batterica intestinale equilibrata e con essa pure il sistema immunitario non funzionava a dovere.

“I batteri "buoni" nell'intestino del bambino producono una sostanza acida, che inibisce la crescita di batteri patogeni. Il latte artificiale neutralizza quest'acido, cosa che non fa il latte materno. Di conseguenza, in presenza di latte artificiale possono svilupparsi batteri che causano malattie”. (Dott J. Newman  Pediatra consulente UNICEF -Mothering- 1997 primavera)

Altro fattore che ha contribuito a rendere questa malattia un flagello: il cambio di alimentazione da integrale a raffinata, e l'uso indiscriminato dello zucchero.

Nel 1936 scoppiò un piccolo focolaio di polio nelle Filippine. Analizzando i dati, si scoprì che 16 dei 17 pazienti coinvolti a Manila erano soldati americani. Nuovamente nel 1945, vennero riportati altri 246 casi di soldati americani vittime di polio nelle Filippine. In totale, la poliomielite è stata la principale causa di morte tra le truppe americane nelle Filippine! Le statistiche rivelano che non sono mai stati osservati casi di polio tra i nativi delle Filippine.

Perché dunque la malattia è confinata solo alle truppe americane? La poliomielite è scoppiata anche tra le truppe americane in Giappone, come nel caso delle Filippine, nonostante non ci fossero nello stesso periodo epidemie di polio tra bambini o adulti nativi del posto. Anche in Cina, nell'estate del 1946, scoppiò un'epidemia di polio tra i Marines americani che presidiavano Tientsin, 4 uomini morirono, uno rimase gravemente paralizzato e almeno altri 25 ebbero attacchi non paralitici. Da notare che non ci furono casi di polio tra i nativi del luogo nello stesso periodo.

La vulnerabilità degli americani è maggiore di quella della popolazione orientale?

Allora, vediamo un po': i cinesi avevano un'alimentazione a base di riso, i soldati americani eccedevano nel consumo di zuccheri. Durante tutta la guerra, quando lo stato del confitto lo permetteva, i soldati americani potevano consumare gelati, biscotti, bevande gassate (zuccherate), dolci e via dicendo, non avevano abbandonato le loro cattive abitudini alimentari neppure in quelle terre lontane! L'arrivo delle attrezzature per fare i gelati seguiva a ruota quello delle attrezzature belliche. Il convincimento dei responsabili militari era che "I nostri uomini si sarebbero sentiti più a casa e non avrebbero sofferto di nostalgia se fossero stati reperibili i dolci". Così i medici vedevano "Truppe che consumavano enormi quantità di tavolette di dolci o cioccolata, avendo perso interesse per le monotone razioni K e C".   È' noto che un eccessivo consumo di zucchero è seguito da iperglicemia e ipoglicemia, cioè prima elevato e poi basso livello di glucosio del sangue. A lungo termine una simile alimentazione porta all'esaurimento delle ghiandole surrenali, con una conseguente cronicizzazione di bassi livelli di glucosio nel sangue. Diciamo questo perché il dott. Sandler nel 1941 sostenne che una situazione di mancato aggiustamento di bassi livelli di glucosio nel sangue non solo è un fattore di suscettibilità alla poliomielite, ma alle più comuni infezioni respiratorie e alla tubercolosi. "Durante un'epidemia di polio, solo quei bambini o adulti che sono soggetti a lunghi periodi di bassi livelli di glucosio nel sangue contrarranno la malattia e non gli altri che, sebbene sono in contatto con il virus, mantengono livelli di glucosio nel sangue normali e dunque protettivi." Sandler scrisse un libro a questo proposito e passò alla dimostrazione pratica della sua tesi.   A quel tempo era già noto che i soli animali che potevano contrarre la polio con inoculazione sperimentale del virus erano le scimmie. Tutti gli altri animali di laboratorio erano completamente resistenti al polio virus. Il coniglio era uno di questi animali resistenti. È noto che i livelli del glucosio nel sangue delle scimmie possono facilmente scendere fino 50 mg, mentre per i conigli non sono mai stati osservati livelli sotto i 100 mg. Per verificare che la resistenza dei conigli al polio virus era dovuta a ciò, al dott. Sandler non restava che abbassare il glucosio nel sangue a valori subnormali con iniezioni di insulina e quindi inoculare il coniglio con il polio virus. Questo fu fatto e fu trovato che i conigli sviluppavano l'infezione e la malattia. I dettagli di questi esperimenti furono pubblicati sulla rivista "American Journal of Pathology", nel gennaio 1941. Alcuni conigli mostrarono i segni dell'infezione da 8 a 100 ore dopo l'inoculazione.   I conigli sono anche resistenti a inoculazione del virus del cimurro dei cani. Uno dei più importanti centri di ricerca del mondo stava conducendo esperimenti proprio su questo negli anni '40. Sandler informò i suoi colleghi ricercatori dei suoi risultati e li invitò a inoculare il virus del cimurro nei conigli dopo aver abbassato il glucosio nel sangue con insulina. Così fecero e per la prima volta al mondo un coniglio sviluppò la malattia del cimurro canino.  Questo eloquente esperimento indica che basso glucosio nel sangue può causare suscettibilità a molte infezioni. Questa era la risposta del dott. Sandler al dilemma evidenziato da Dubos, cioè che il contrarre il virus per contagio può o non può dar luogo alla malattia. Il sangue costruirebbe una specie di barriera, un livello di difesa, e fin quando questo è stabile, il germe patogeno non può essere traghettato nell'organismo, non sono possibili invasioni e quindi malattie infettive.  Da:   L. Acerra;  “Vaccinazioni”  - Demetra editore (2002)

Nel 1948, durante il culmine dell'epidemia di poliomielite, il dott. BENJAMIN SANDLER, un esperto alimentarista dell'OTEEN VETERANS' HOSPITAL, descrisse dettagliatamente il rapporto tra poliomielite e un eccessivo consumo di zuccheri e di amidi. Preparò una documentazione dove dimostrava che nei paesi con un consumo di zucchero pro capite più elevato l'incidenza della poliomielite era maggiore, asserì che tali "CIBI" disidratano le cellule e sottraggono calcio ai nervi, muscoli, ossa e denti, una grave deficienza di calcio precede la poliomielite.  Durante l'estate la poliomielite colpisce maggiormente, sono i mesi in cui si consumano più zuccheri  (gelati, bibite, ecc.)  Nel 1949, prima dell'inizio della stagione della polio, il Dott. Sandler avvertì gli abitanti della Carolina del Nord (tramite giornali e la radio) di ridurre il consumo di questi prodotti, durante quell'estate, gli abitanti del luogo diminuirono l' assunzione di zuccero del 90% e i casi di polio in quello stato nel 1949 diminuirono in egual misura. (il Dipartimento della Salute dello Stato del Nord Carolina riportò 2.498 casi documentati di polio nel 1948  e  229 casi nel  1949)  L'anno successivo (1950) i produttori di gelati e bibite convinsero la popolazione che le scoperte di Sandler erano fittizie.  I consumi di zuccheri aumentarono molto e la polio ritornò ai livelli……"normali" Da:   Miller; “Bambini e vaccini” pag. 22-23   -   Macro edizioni


Vaccini
La Poliomielite hainiziato a diffondersi seriamente a cavallo del 1900, solo in paesi che hanno usato l'anti vaiolosa;  è poi esplosa nel resto del mondo in coincidenza delle campagne vaccinali di "prevenzione". Questa è una ipotesi molto interessante. E’ stato osservato che questa patologia, ha iniziato a manifestarsi sempre più spesso in coincidenza della vaccinazione anti vaiolo, perciò molti ricercatori associano anche questa vaccinazione come causa dell'insorgenza del fenomeno della poliomielite.

Ci chiediamo: come mai non sono andati a risolvere questi problemi  per debellare la poliomielite?


Il  vaccino anti poliomielite
La prima antipolio (Salk) è stata elaborata negli anni '30 ma rifiutata per i numerosi effetti collaterali e morte. Probabilmente poche persone ricorderanno che il dott. J. O. Leake, allora direttore medico del Servizio Sanitario Statunitense, ebbe a riferire anni fa di una serie di 12 casi di polio in bambini cui era stato inoculato un vaccino antipolio trattato chimicamente. L'inizio della malattia si era verificato  6-14 giorni dopo la prima o seconda iniezione.   Cinque erano morti e tre erano rimasti gravemente paralizzati. Il dott. Leake, che scriveva sul Journal of the American Medical Association (1935, 105, 2.152), aggiungeva il seguente commento: "molti medici saranno d'accordo nel ritenere che questi casi rendono per il momento indesiderabile un ulteriore uso del virus polio per la vaccinazione umana".

Persino il British Medical Journal (4 apr. 1936), in un articolo di fondo, dichiarò che "sembra probabile che simili disastri faranno rinviare per molto tempo ulteriori tentativi di questo tipo. Solo l'entusiasmo del pubblico d'oltre Oceano per tecniche di immunizzazione specifica può spiegare come mai sono stati fatti tali tentativi". L'editorialista concludeva: "Ci vorrà molto coraggio per riproporre di portare l'attacco a questo male con armi analoghe a quelle sinora usate". Ma sottovalutava la memoria corta della gente e la sua influenzabilità da parte della ben orchestrata pubblicità della stampa e dell'ostinatezza a senso unico dei ricercatori.  (Chatow: iI pericoli della vaccinazione Ipsa Ed.1989)

L' antipolio fu riproposta dall'università del Michigan (Francis, 1955) su 1.080.680 bambini con risultati fallimentari: nei mesi successivi 675 vaccinati svilupparono la polio contro 467 dei 749.236 bambini di controllo. Malgrado ciò, il governo USA rilasciò l'autorizzazione a sei produttori e la campagna vaccinale iniziò massicciamente il 12 aprile 1955 provocando una strage. Dopo 14 giorni ci furono 260 casi di polio derivanti dalle vaccinazioni. In quell'anno negli USA le varie forme di paralisi ebbero un incremento che andava dal 100% al 500% a secondo degli stati, mentre nel Massachussets si arrivò al 1000%. Nell'epidemia del 1959 nel Massachussets il 77.5% dei casi di paralisi avevano ricevuto tre o più dosi. Simili risultati si ebbero in Cecoslovacchia, Ungheria ed Israele e tutto questo in anni in cui non era presente alcuna epidemia "naturale". BRUXELLES - PARLAMENTO EUROPEO - 05.04.2002  Conferenza Internazionale sul tema : I fondamenti delle vaccinazioni.Relazione del Dott. Dario MIEDICO - Milano - Italia

Una riflessione sulle parole di Robert Mendelsohn (autore di Confessions of a Medical Heretic), che sono citate dall'East - West Journal, nov. 1984: "C'è un dibattito in atto fra gli immunologi sui rischi dei vaccini antipolio da virus inattivati rispetto a quelli da virus vivi o attenuati".  Mendelsohn afferma:"I fautori dell'uso di virus inattivati sostengono che responsabile dei casi di poliomielite che ogni tanto si verificano è la presenza nell'altro prodotto di organismi virali vivi. I fautori dell'uso di virus attenuati rispondono che il vaccino da virus inattivato offre una protezione insufficiente e di fatto accresce la suscettibilità di chi è stato vaccinato. Credo che tutte due le parti abbiano ragione e che l'uso dell'uno e dell'altro dei due vaccini aumenterà, e non diminuirà, la possibilità che vostro figlio contragga la malattia. In breve, sembra che la maniera più efficace per proteggere vostro figlio dalla poliomielite sia quella di assicurarvi che non riceva il vaccino".

Quanto dura una vaccinazione: "Alcuni dei numerosi studi sierologici condotti per valutare lo stato immunitario contro la polio hanno in oltre evidenziato sacche di copertura immunitaria carente, soprattutto nella fascia d'età tra i 10 e i 20 anni". Istituto Superiore di Sanità 18/11/1996 prot. EPI/60/RMI, voi siete tra gli "scoperti" o i "coperti"?  Eravate a conoscenza della cosa?

Come potete vedere dai dati  ISTAT  la poliomielite all'inizio del secolo era una malattia quasi sconosciuta.

Questo grafico è viziato di grosse scorrettezze:

imm polio 2

Questo grafico non dà nessun dato statistico.  Perché i dati siano considerati tali, si deve avere una continuità di   riferimenti.  Ora è opportuno, sottolineare che fino al 1955, veniva considerata poliomielite qualunque sintomo di paralisi che durava 24 ore. Dopo l'introduzione della vaccinazione, e per far risultare che questa funzionava, venne varata una nuova metodica per la registrazione dei casi di poliomielite. La poliomielite era tale, e veniva registrata, se la paralisi persisteva per 60 giorni. Questa incongruenza nel compilare le statistiche le rendono di per se inaffidabili, comunque un dato rimane inconfutabile: dopo l'introduzione della vaccinazione ci fu un aumento dei casi di poliomielite sproporzionato, anche se sono stati tolti tutti i casi di paralisi (delle prime 24 ore) che prima rientravano  nella statistica. Altra osservazione molto importante: la vaccinazione è diventata obbligatoria, in Italia nel 1966, quando la malattia era praticamente sparita, però si vantano che è stato il vaccino.  Per essere precisi si segnala che nel 1964 ci fu una campagna vaccinale molto forte osservate bene il periodo, era in fase ascendente o discendente la poliomielite?Nel grafico non c’è distinzione tra  “polio selvaggia -naturale-”  e  “polio da vaccino”,  c’è solo “polio”.  Inoltre, “prima del Salk tutti i tipi di paralisi infantile venivano classificati impropriamente come polio o paralisi infantile, mentre poi vennero "tolti" i casi di paralisi infantile di diversa eziologia. Secondo la loro associazione i distrofici muscolari sembrano essere più di 100.000 oggi in Italia, apparsi in particolare dal 1966, anno dell'obbligo dell'antipolio”.  BRUXELLES - PARLAMENTO EUROPEO - 05.04.2002 Conferenza Internazionale sul tema:  I fondamenti delle vaccinazioni.  Relazione del Dott. Dario MIEDICO - Milano - Italia


Ma questo vaccino funziona oppure no?
Poliomielite: qual è il livello di copertura vaccinale ottimale? E' vero che sotto al 90% tornerebbero le epidemie?

Per sapere se questa affermazione è corretta o meno, occorre confrontare la situazione italiana recente con quella di altri paesi occidentali. Ovviamente i raffronti vanno fatti su paesi con situazioni socio-sanitarie paragonabili; da questo punto di vista gli Usa sono un ottimo punto di osservazione, in quanto:

a) hanno una popolazione di oltre 200.000.000 di abitanti ed noto che per le indagini epidemiologiche più il campione è ampio più è affidabile;

b) le rilevazioni statistiche sono notoriamente accurate.

Riportiamo quindi i casi di polio negli Usa dal 1980 al 1990: 

Fonte: table number 190, Statistical Abstracts of the United States (4) "N. 190. Specific Reportable Diseases. Cases Reported: 1970 to 1990 Poliomyelitis, acute 1980: 9; 1983: 15; 1984: 8; 1985: 7; 1986: 8; 1987: 6; 1988: 9; 1989: 5; 1990: 7."

Vediamo ora negli stessi anni qual era la percentuale di bambini vaccinati, sempre da (4):

"From Statistical Abstracts of the United States, table n. 189, Percent of children immunized against specific diseases, by Age Group: 1980 to 1985. Polio (1 to 4 years old) 1980: 58.8%; 1984: 54.8%; 1985: 55.3%. Polio (5 to 14 years old) 1980: 70.0%; 1984: 70.2%; 1985: 69.7%."


Inoltre sempre negli Usa
"the May 1, 1994 HICNet Medical News, citing MMWR, reports on vaccination coverage of 2 years old children in the Us from 1992-1993: 'Vaccination coverage increased for three vaccines from 1992 to 1993: for three or more doses of Hib, from 28.0% to 49.9% (p<0.05); for three or more doses of,poliomyelitis vaccine from 72.4% to 78.4% (p<0.05)'".

Dal confronto dei dati precedenti, si deriva che negli USA fra il 1980 ed il 1985, in media, (mancano da questa fonte i dati del 1981 ed 1982) vi sono stati 9,75 casi in media all'anno (39\4): 9 casi all'anno per una malattia su una popolazione così vasta non può sicuramente far parlare di epidemia. Nello stesso periodo, la copertura vaccinale (facendo la media della copertura dei bambini 1-4 anni e dai 5 ai 14 anni) è stata del 63,13 %; dato ancora più interessante, la media di copertura per i bambini da 1 a 4 anni è stata del 56,3 % ; questo è molto significativo, in quanto la polio colpisce in prevalenza bambini piccoli (" più del 70 % dei casi ricorreva entro i 2 anni di eà" (3), pag. 14).

Per i dati più recenti che riguardavano i bimbi di 2 anni di età, la percentuale di vaccinati saliva, a causa della campagna vaccinale seguita negli USA, ma si manteneva ben al di sotto del 90 -95 %: in ogni caso, anche negli anni più recenti non si sono verificati negli USA epidemie di polio. In sostanza, pur essendo (dal 1980 al 1985) la copertura vaccinale inferiore di circa il 30 % al valore ritenuto indispensabile per impedire epidemie, queste non si sono verificate.

Addirittura, nella fascia di età più a rischio (bimbi piccoli) la copertura è stata di circa il 40% inferiore all'obiettivo del 95 %.  Questo indica che in paesi simili al nostro, almeno negli anni recenti la quasi scomparsa dei casi di polio non è dovuta alla vaccinazione, ma ad altre cause (di cui, stranamente, non si fa mai menzione).

Domandiamoci ora a cosa possono essere stati dovuti i casi che si sono avuti negli Usa negli ultimi anni. Facendo una media delle 9 rilevazioni di cui sopra, si ricavano 8,22 casi l'anno negli Usa dal 1980 al 1990; ora, in un recente rapporto si afferma: “since 1980, an average of eight to nine case of paralytic poliomyelitis associated with OPV has been reported annnually in the United States. Vaccine-associated paralytic poliomyelitis (VAPP) has been the only indigenous form of the disease in the United States since 1979. Additional (unreported) cases of VAPP probably occur." (1) (dal 1980, è stata riportata negli USA una media di 8\9 casi di poliomilelite paralitica associata all'OPV. La poliomielite paralitica associata al vaccino (VAPP) è stata negli USA l'unico tipo di polio non importata dall'estero dal 1979. Probabilmente vi sono altri casi di VAPP che non vengono segnalati, ndt).

Quindi, negli anni recenti, negli USA , tutti i casi di polio indigena (non importata dall'estero ) sono stati causati direttamente dal vaccino OPV. Ma poiché, come si deduce dei dati di cui sopra, c'è una perfetta coincidenza fra i dati totali della polio (8,22 l'anno in media) e quelli causati dal vaccino, si può senz'altro affermare che la quasi totalità dei casi di polio verificatesi negli Usa dal 1980 in poi sono stati causati dal vaccino.

Si può quindi concludere che:
A) negli USA, il calo dei casi di polio non è stato sostanzialmente dovuto al vaccino
B) per quanto riguarda i pochi casi di polio verificatesi, questi sono stati causati nella quasi totalità dal vaccino stesso.

In Italia, poiché la copertura vaccinale è del 98%, non è possibile sapere se il calo dei casi di polio è dovuto al vaccino o a fattori extra-vaccinali, come fa pensare il caso degli USA; in ogni caso, essendo le due situazioni confrontabili, sembra perlomeno improbabile che il calo sia stato dovuto sostanzialmente al solo vaccino.

In Olanda, vi è stata una epidemia di polio in soggetti non vaccinati.  Nel 1992 vi sono stati in Olanda 68 casi (in soggetti non vaccinati) in una comunità religiosa di ortodossi protestanti. Ma nel 1988 vi sono stati 15 casi in Israele in soggetti vaccinati, e nell'Oman nel 1988-89 vi sono stati 43 casi in soggetti in buona parte già vaccinati completamente, o che avevano iniziato il ciclo vaccinale, non completato per motivi di età (2). Quindi, il fatto di essere vaccinati o meno non sembra influenzare il decorso di limitate epidemie. E' interessante notare che sia nelle epidemie in Olanda che in Israele, sempre da (2) si ricava che si sono entrambe verificate in comunità con stretti contatti sociali e con contatto con le acque reflue domestiche per mancanza di fogne efficienti. Poiché la via di trasmissione del polio- virus è oro-fecale, questa comunanza di situazione può spiegare la duplice epidemia sia nei soggetti non vaccinati che vaccinati.

Bibliografia:

(1) MMWR Recommendations and Reports --- January 24, 1997 / Vol. 46 / No. RR 3
(2) consulenza tecnica d'ufficio depositata l'11\2\1995 dal Dott. Raffaele Barisani, medico legale, alla corte d'appello di Trieste- sez. per i minorenni
(3) MMWR september 6,1996 /vol. 45/ No. RR- 12 pag. 09
(4) newsgroup: Archive-name: misc-kids/vaccinations/part1; Posting-Frequency: monthly; Last-Modified: February 11, 1996 ; Collection maintained by Lynn Gazis-Sax (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)


La Poliomielite è una malattia incurabile?
Alcuni ricercatori avevano già trovato dei metodi semplici per affrontare questa malattia:

Nel 1943 lo studioso Dott. A. NEVEU scopriva che il CLORURO DI MAGNESIO poteva bloccare l'insorgere della paralisi dovuta ai poliovirus e guarire completamente anche la forma più grave di poliomielite. Esisteva una sola condizione:  il cloruro di magnesio doveva essere somministrato nelle prime 48 ore dalla comparsa dei primi sintomi e soprattutto non oltre il primo manifestarsi della rigidità nucale, primo segnale della paralisi.

Ecco la storia scritta dal Dott. Neveu di una sua piccola paziente, di 8 mesi:
Lunedì, 2 settembre 1957 < Florence vomita, la poliomielite si manifesta frequentemente, nei piccoli pazienti, con disturbi gastro-intestinali.
Martedì 3 sett. : la temperatura che al mattino è di 38,6 °  sale a 39°.
Mercoledì  4  sett. : la temperatura al mattino è di 39°,  vomito. Alle ore 9 Florence si lamenta. Non può più muovere le braccia e può soltanto, a malapena, muovere le gambe. Piange se la si tocca. Il medico di famiglia, chiamato consiglia l'ospedalizzazione con la seguente motivazione: io sottoscritto Dott.C. certifico che la bambina Florence R. di otto mesi deve essere ospedalizzata per sindrome infettiva con paresi dei quattro arti, e principalmente degli arti superiori, la bambina deve essere isolata fino al termine degli esami clinici.  Poiché il mio collega -continua il Dott. Neveu-  aveva parlato di possibile poliomielite, i genitori mi portarono due ore dopo la bambina.

Condizioni della bambina alle ore 11 di mercoledì 4 sett.: le braccia sono inerti, ricadono pesantemente quando le si solleva.  Le gambe e i piedi non si muovono quasi più.  La respirazione è difficoltosa, a scatti. E' il momento di agire, altrimenti bisognerà ricorrere al polmone di acciaio già prima di sera. Consiglio il seguente trattamento: somministrare ogni tre ore due cucchiai da caffè di una soluzione di cloruro di magnesio essicato, nella proporzione di 20 grammi per 1000, dolcificato con poco zucchero in polvere.  Questo trattamento comincia a mezzogiorno. Florence si è addormentata alle 13 e si risveglia alle 14,30.   Alle 15 prende due cucchiai da caffè della soluzione.  Due ore e mezza più tardi  -alle 17,30-  Florence comincia a muovere i suoi arti paralizzati. La temperatura è discesa a 36,4°.  La respirazione è tornata normale, la piccola Florence sorride alla madre.  Persiste tuttavia una certa rigidità dorsale.  La mamma, mi dirà più tardi. "quando ho visto, in serata , la mia bambina ritornare alla vita, ho creduto di impazzire per la gioia".
Giovedì 5 sett.:  la temperatura, al mattino è di 36,9°;  alla sera è completamente liberata dalla paralisi.  Segnalo un fatto assai curioso relativo alla convalescenza della piccola ammalata:  domenica 8 sett.: la temperatura rettale è di 35,4° al mattino e di 35,6 la sera.
Lunedì 9. La temperatura discende a 34,9° al mattino e risale a 35,2° la sera. Poi la temperatura diventa regolare, fino allora erano stati somministrati alla bambina due cucchiai da caffè della soluzione di cloruro di magnesio, ogni tre ore. Faccio continuare il trattamento al seguente modo: due cucchiai da caffè ogni sei ore.
Sabato 14 settembre: ritrovo una bambina normale. (R. Vergini - Curarsi con il magnesio- Red edizioni)

Questo e tutti gli altri casi che il Dott. Neveu seguì con questi risultati, cercò di farli conoscere  alla "scienza ufficiale" ma venne solo denigrato e riuscirono nel loro intento: non far conoscere alla popolazione che la poliomielite si poteva curare, con un prodotto che costava e costa pochissimo.


Cosa ci ha regalato il vaccino contro la Poliomielite?
La poliomielite innanzi tutto.  Si, il vaccino contro la poliomielite può tranquillamente scatenare la polio.  In che quantità? Realmente nessuno lo sa! Anche perché: "Calcolando allora che in media la coorte annuale di nuovi nati in Italia sia di circa 580.000, negli ultimi 14 anni (1981-95) si sarebbero verificati: 1 caso di paralisi vaccino- associata per 4.000.000 di nuovi nati (ovvero 4.000.000 di dosi) ed 1/12.000.000 per dosi successive. Come si vede, nel caso dei primo vaccinati, si tratta di una media molto più bassa di quella riportata dalla WHO per gli altri paesi che usano il vaccino Sabin: si può solo ipotizzare che alcuni casi siano sfuggiti, oppure non sia stato possibile effettuare una diagnosi certa a causa di un non corretto prelievo dei campioni biologici da esaminare.(Istituto Superiore di Sanità  -Eradicazione della poliomielite e sorveglianza delle paralisi flaccide in Italia- Rapporti ISTISAN  96/22)

Siamo stupiti di leggere questi dati siano del Ministero della Sanità.  Non sanno quanti casi reali di poliomielite da vaccino ci sono in Italia.  In questo modo i cittadini sono "fregati" due volte: primo non sanno perché loro figlio sia ammalato,  secondo non vengono risarciti. Comunque continuano a diffondere dati falsi (bisogna pur convincere la gente a farsi vaccinare) affermando che ci può essere un caso di poliomielite ogni 6-700.000 prime dosi cosa che è assolutamente falsa. In tre anni (1996-97-98)  sono stati accertati ben 9 casi di paralisi poliomielitica da vaccino.  In Italia nascono circa 500.000 bimbi anno per tre  = 1.500.000.   Perciò  risulta un caso ogni  166.000 bimbi, e gli altri?  Considerando che la FDA ha dichiarato che viene segnalato 1 caso ogni 10 di danno da vaccino (Miller Immunization theory vs. reality: Espose on vaccinations ISBN 1-881217-12-4)

Ma non è finita, riteniamo più allarmanti le dichiarazioni di Lucia Fiore "direttore del Reparto enterovirus del Laboratorio di virologia dell'Istituto Superiore di Sanità"  (le scienze 373//09/1999 pag. 29-30)  <si tratta di evento molto raro, (polio da vaccino ndr) la cui frequenza, secondo i dati dell' OMS si stima di circa 1 caso ogni 6-700.000 soggetti che ricevono la prima dose di vaccino> (non riusciamo a trovare dove la Regione Veneto abbia trovato 750.000) Quello che non riusciamo a capire è che nel medesimo articolo, la stessa, afferma "negli ultimi anni si sono verificati 7 casi di poliomielite in soggetti sottoposti alla vaccinazione".  Come mai non riporta la statistica italiana, ma solo quella dell' OMS?

Un altro dato molto interessante è stata la recente vaccinazione anti poliomielite in Albania: all'inizio del 1996 ci fu una campagna vaccinale in Albania con la distribuzione di 800.000 dosi di vaccino, il risultato definitivo, realmente non si conosce, ma alcuni dati sono filtrati. Il risultato parziale è di otto morti (ISS rap. Epidemia Polio Albania 23/9//96) e 158 paralitici. Vi invitiamo a fare alcune divisioni per rendervi conto del tasso di incidenza funesto che ha questa vaccinazione. In Albania erano alcuni anni che non si praticava la vaccinazione a tappeto e non c'erano epidemie, questa è scoppiata dopo la vaccinazione.

  • In Italia esiste una Legge (ignorata da quasi tutti i cittadini) che stabilisce: “chi ha subito un danno a causa delle vaccinazioni deve essere risarcito (la salute comunque non la riacquista). Questa è la famosa Legge 210 del 1992. In questo periodo (2007) le varie Associazioni  che si occupano di questo problema sono convocate a Roma al Ministero della Salute al  “Tavolo tecnico danneggiati da vaccino”,  per cercare di  “migliorare”  questa problematica.  Alla riunione del 10/05/2007 alla precisa domanda fatta dal CO.R.VE.L.VA.:”quanti sono i danneggiati da vaccino in Italia?”  La risposta del responsabile Ministeriale addetto a seguire questa Legge è stata molto precisa: “non ne abbiamo la più vaga idea.” Con una risposta così precisa si trae la conclusione: ”i vaccini fanno solo bene, semplicemente perché non vengono segnalati gli effetti collaterali”

Riguardo all'antipolio, il Dott. Fred Klenner, della Carolina del Nord, ha detto:

"Qui molti, anche se non lo dicono, sono del parere che i vaccini di Salk e Sabin, essendo tratti da reni di scimmia, siano stati direttamente responsabili dell'incremento della leucemia in questa nazione".

Questo sospetto sugli effetti a lungo termine delle particelle virali che si trovano nel sangue che circola o che sono sopite in cellule situate altrove nel corpo, riecheggia anche nelle parole di altri ricercatori. Fondamentale, in proposito, è l'articolo comparso sul British Medical Journal con il titolo "Sclerosi multipla e vaccinazione". Il tema è riassunto in questo commento:
"Autori tedeschi hanno descritto l'apparente origine, per induzione, della sclerosi multipla dalle vaccinazioni contro il vaiolo, tifo, tetano, polio e tubercolosi, come pure dal siero antidifterico.
Zintchenko (1965) registrò 12 pazienti nei quali la sclerosi multipla aveva cominciato a manifestarsi dopo un ciclo di vaccinazioni antirabbiche
".

Il Dott. Klenner, scrivendo sul Cancer Control Journal afferma:

"Molte teorie sono state formulate a proposito della causa della sclerosi multipla, e la teoria virale ha, tra tutte, un posto preminente. Di che virus si tratta? Kempe, della facoltà di Medicina dell'Università del Colorado, a quanto riferisce il Medical World News, ritiene che si tratti di un virus contenuto nell'antivaiolosa. Noi, al contrario, abbiamo dei pazienti sotto trattamento per sclerosi multipla i quali non hanno mai fatto questa vaccinazione. Il Dott. Alter, scrivendo sul Medical Tribune, avanzò l'ipotesi che quella sindrome derivasse da virus "sopito". La teoria, nel suo nucleo fondamentale, poggia sulla prova circostanziata che in altre malattie si registra la presenza di agenti filtrabili, trasmissibili, con proprietà tipiche dei virus a lenta insorgenza. Noi crediamo che la sclerosi multipla sia causata dal virus Coxsackie. A uno dei nostri pazienti è stata diagnosticata una poliomielite, poiché presentava una paralisi totale, ma in seguito è guarito completamente. A sei anni gli era stata diagnosticata senza esitazione la sclerosi multipla.  A un'altra paziente, pure seguita da noi, venne diagnosticata la polio all'età di 19 anni. A  28 la sclerosi multipla e il neurologo che fece per primo la diagnosi è convinto che non si sarebbe dovuto dare  diverso nome alla patologia di cui la paziente soffriva a 19 anni. Ambedue le malattie possono causare paralisi, ma solo il virus Coxsackie permette il recupero completo, senza segni residuali".

“Pare che nella sclerosi multipla si possa avere il coinvolgimento di un certo numero di virus. Il virus Coxsackie rientra in un grande gruppo di virus, e precisamente in un genere in cui rientra anche il virus della polio (ne esistono tre ceppi diversi). I virus Coxsackie si dividono in due gruppi, che comprendono circa 30 tipi di particelle virali. Essi sono coinvolti in un'ampia varietà di malattie: dal comune raffreddore alla polmonite, dalla meningite alla paralisi da polio. Spesso sono presenti in infezioni subcliniche, che hanno una presenza planetaria e si trovano nella maggior parte delle persone. E' la presenza nel sangue dei tipi più virulenti che può condurre a malattie gravi. “Fonte: Leon Chaitow I PERICOLI DELLA VACCINAZIONE E LE POSSIBILI ALTERNATIVE Pag. 96-97

Nella Repubblica  Federale Tedesca, mentre i casi di polio diminuivano del 78% (1962),  le patologie da virus Coxsackie ed Echo aumentavano del 455%.  Il virus Coxsackie  A7 provoca le medesime alterazioni istologiche del midollo spinale delle scimmie che sono state riscontrate col polivirus vaccinale e genera mieliti sovente mortali. (Fonte: Manzoli -Tabù delle vaccinazioni- pag.77)


Approfondimento a cura di CORVELVA
La poliomielite è una malattia paralizzante, la sclerosi multipla è una malattia paralizzante.

Della sclerosi multipla non conosciamo assolutamente nulla, per questo vengono fatti grandi investimenti per trovare il bandolo della matassa. Anche se non abbiamo le prove scientifiche per poterlo dimostrare, siamo convinti che la sclerosi multipla sia il risultato della vaccinazione di massa antipoliomielite. Infatti in quei paesi in cui non si attuano vaccinazioni di massa contro la polio l'incidenza della sclerosi multipla è rarissima. In Italia ogni quattro ore c'è un nuovo caso di sclerosi multipla, come abbiamo già detto non abbiamo le prove scientifiche della nostra ipotesi, ma finora, ogni volta che abbiamo ipotizzato qualcosa, il tempo ci ha dato sempre ragione.

Questo lo scrivevamo alcuni anni fa prima di venire a conoscenza di questi studi.

Se qualcuno ancora vuole ringraziare questo vaccino, "per aver salvato l'umanità", ricordiamo loro il regalo che ha lasciato alle successive generazioni.

“I primi 150.000.000 di dosi di vaccino erano contaminati dal virus SV40, un virus della scimmia che scatena tre tipi di tumori: cerebrali, osteosarcomi, mesoteliomi. Questi tre tipi di tumori sono in continuo aumento.  Questo virus è entrato nel genoma umano e si trasmette da padre/madre in figlio. Secondo uno studio americano il 25% della popolazione Italiana ha questo virus nel sangue. Fonte: Nexus n°19 pag.19/22


Previsti 28.300 morti di un tipo di tumore grazie al vaccino antipolio
Il tumore "killer" degli anni 2000:"il mesotelioma pleurico"

Fonte: DICIOTTO Notiziario Aziendale ULSS 18 di Rovigo anno 6 - n. 21 agosto 2000 pag. 22-23.

“Questa è la sconsolante enunciazione, ma contemporaneamente anche la rappresentazione di una cruda realtà emersa in un recente convegno organizzato dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (CRO), il 15 Aprile di quest'anno, dal titolo "Eziopatogenesi del mesotelioma e sintesi terapeutica".

D'altra parte, almeno per gli addetti ai lavori, non era certamente indispensabile anche questa autorevole occasione per avere la conferma che ci troviamo ormai di fronte a quella che potremmo, senza eccessivi allarmismi, definire l'emergenza degli anni 2000 in Italia e negli altri Paesi industrializzati del mondo, come già anticipato in occasione della Conferenza Nazionale sull'amianto, organizzata a Roma dal Ministero della Sanità nel marzo 1999.

Il Mesotelioma Maligno (MM) è un tumore che colpisce la pleura ovvero quelle sierose (parietale e viscerale) di rivestimento del polmone interposte tra il polmone stesso e la parete toracica.

Le prime evidenze epidemiologiche di tale patologia hanno riguardato, negli anni '60, lavoratori adibiti all'estrazione di un minerale chiamato amianto. Questo minerale fibroso è stato ampiamente utilizzato in tutti i paesi industrializzati, compresa l'Italia, soprattutto negli anni '60-'80 e ha trovato un diffusissimo impiego sia in ambito civile che industriale soprattutto per le sue caratteristiche di materiale ignifugo.

E' quindi evidente che vi è, nei confronti dell'amianto, sia un'esposizione "lavorativa" o professionale, che coinvolge o ha coinvolto determinate categorie di lavoratori, ed un'altra cosiddetta "ambientale" a cui è esposta tutta la popolazione in generale.

Sotto il profilo epidemiologico, in Italia i trends di mortalità per tumore della pleura sono raddoppiati negli ultimi 20 anni. In Europa è prevista nei prossimi anni, una vera e propria epidemia: il numero totale di morti attese per tumori pleurici tra il 1995 e il 2029 è pari a 190.200, di cui 28.300 in Italia.

Il meccanismo patogenetico, che sembra essere alla base dell'insorgenza di questa patologia, è da identificarsi nel virus SV 40 (Simian Virus), considerato il più potente cancerogeno virale noto, individuato dal ricercatore italiano Michele Carbone, docente al Cardinal Bernardin Cancer Center di Chicago; la diffusione di tale agente virale all'uomo è avvenuta in maniera massiva, tra gli anni 1955 - '63, con il vaccino inattivato antipolio di Salk. La presenza nelle cellule degli individui del virus SV 40 potrebbe quindi essere utilizzata in futuro come target per mettere a punto una immunoterapia, che possa offrire un barlume di speranza per combattere il mesotelioma, in quanto le soluzioni terapeutiche tutt'oggi praticate (terapia chirurgica, più chemioterapia e più radioterapia) non offrono un impatto significativo sulla sopravvivenza, che è di circa un anno e mezzo dalla diagnosi.

E' in questo particolare contesto, che il Servizio di Medicina del Lavoro del Dipartimento di Prevenzione di questa Azienda ULSS è inserito in un Gruppo di Lavoro Regionale per la realizzazione di un progetto dal titolo "Sperimentazione di un modello di sistema di sorveglianza e di assistenza sanitaria ai lavoratori ex esposti ad amianto", approvato dal Ministero della Sanità.

Ernesto Bellini e Antonio Masiero Medici del Servizio SPISAL aziendale”

Appunti di Corvelva

Alcune puntualizzazioni e riflessioni: questo Convegno è focalizzato solo su un tipo di tumore, il mesotelioma, e non affronta con dati e previsioni né il problema del tumore cerebrale —sempre scatenato dall'SV40— che ha avuto un notevole incremento, anche del 30%; né dei tumori alle ossa (osteosarcomi), anche questi ultimi sempre provocati dall'SV40 e con un notevole incremento negli ultimi anni. Inoltre è interessante analizzare i dati ISTAT riguardanti le morti da polio; dal 1924 fino all'ultimo caso di poliomielite selvaggia (causata cioè da virus selvaggi e non scatenata da virus dei vaccini) del 1972 ci sono stati 14.631 morti, mentre fra le morti previste e quelle già avvenute per mesotelioma si contano 28.300 casi. Potete ben raffrontare i due dati e rendervi conto del grande successo —infausto!—di questa vaccinazione. Da notare che in Italia non esistono i dati delle morti da polio causate dalla vaccinazione. Inoltre, sempre analizzando i dati ISTAT, si scopre che gli anni di maggior mortalità per polio sono stati quelli successivi all'introduzione della vaccinazione antipolio.


Regione Europea OMS: casi di poliomielite in Tagikistan (aggiornam. del 20 maggio 2010)
FONTE: http://www.epicentro.iss.it/problemi/polio/tajikistanMaggio2010.asp

Donato Greco - esperto Oms per la polio
Flavia Riccardo - reparto Epidemiologia delle malattie infettive (Cnesps, Iss)

 20 maggio 2010 - Da aprile 2010, lo stato di area polio free della Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) è stato messo in discussione per l’insorgenza di un’epidemia da virus della poliomielite selvaggio (Wpv1) in Tagikistan nella parte sud-occidentale del Paese, al confine con l’Afghanistan e l’Uzbekistan . Prima di questa segnalazione, l’ultimo caso di poliomielite confermato in Tagikistan risaliva al 1997 e il Paese riportava nel 2008 una copertura vaccinale con Opv dell’87% .         Al 17 maggio 2010, 393 casi di paralisi flaccida acuta (Afp) sono stati diagnosticati in Tagikistan e 108 casi di infezione da polio selvaggio Wpv1 sono stati ufficialmente confermati. In figura 1 è riportata la curva epidemica al 17 maggio. Il sequenziamento del virus ha stabilito che il poliovirus responsabile dell’epidemia è geneticamente più vicino a un ceppo recentemente isolato in Uttar Pradesh, India.  L’84,3% dei casi confermati di polio si è verificato in bambini sotto i 5 anni e oltre la metà dei casi confermati aveva ricevuto almeno tre dosi di vaccino orale contro la malattia.     Dal gennaio 2010,   29 casi di paralisi flaccida acuta sono stati segnalati in Uzbekistan, 23 sono risultati negativi per poliovirus mentre 6 sono in attesa di conferma di laboratorio. Secondo fonti dell’Oms, un caso d’infezione da virus della poliomielite selvaggio è stato confermato in Russia in un bambino proveniente dal Tagikistan .          In risposta all’epidemia, dall’inizio del mese di maggio ha avuto inizio una campagna vaccinale nazionale con vaccino Opv monovalente contro il virus polio 1 (mOpv1), condotta dal ministero della Salute del Tagikistan, in collaborazione con Oms, Unicef, Cdc e altri partner della Global Polio Eradication Initiative. Il primo turno è terminato l’8 maggio e ulteriori campagne si svolgeranno tra il 18-22 maggio e il 1-5 giugno. Al 10 maggio, dati preliminari dell’Oms indicavano che oltre 1 milione di bambini sotto i 6 anni aveva ricevuto una dose di vaccino .       L'Oms sta lavorando a stretto contatto con i governi dei Paesi vicini al Tagikistan nella Regione europea dell'Oms e in collaborazione con Unicef e Cdc sulle misure di preparazione e di risposta all’epidemia. Queste attività comprendono un rafforzamento della sorveglianza e campagne di vaccinazione nazionali e sub-regionali.    L’Oms e i suoi partner hanno l’obiettivo di vaccinare quasi 3 milioni di bambini sotto i 5 anni in Uzbekistan, dove una campagna di vaccinazione nazionale è stata lanciata il 17 maggio. Analogamente il governo del Kirghizistan ha già iniziato una campagna di immunizzazione contro la poliomielite nelle zone confinanti il Tagikistan. I governi di Kazakistan, Kirghizistan e Turkmenistan hanno rafforzato la sorveglianza e stanno prendendo in considerazione la possibilità di avviare campagne di vaccinazione.

L’epidemia in corso rafforza la consapevolezza di dover mantenere alte coperture vaccinali per evitare che zone dichiarate libere dalla polio presentino nuovamente focolai endemici. Mentre l'Oms continua a valutare il rischio di importazione dell’infezione in altri Stati membri, il piano strategico 2010-2012 per l’eradicazione è stato presentato questa settimana all’Assemblea mondiale della sanità  nella speranza di dare un nuovo impulso tecnico e finanziario alle attività.

Appunti di Corvelva

Al riguardo di questa nota emessa dal Ministero della Salute tramite l’Istituto Superiore di Sanità, troviamo doveroso sottolineare alcuni aspetti che non vengono discussi

  • Quali erano e sono le condizioni igieniche e alimentari di quel paese?
  • Le stesse fonti ufficiali affermano che il paese era in una situazione economica disastrosa, da ciò si deduce che c’erano seri problemi alimentari per la popolazione, inoltre l’igiene e la sanità erano allo sbando.
  • Non trovate logico un intervento per migliorare queste condizioni anziché una campagna vaccinale?
  • La malattia poliomielitica accertata ha colpito in particolare i bambini sotto i 5 anni, ma è importante notare che tra questi chi ha subito più danni sono stati i vaccinati.
  • Tutti i rimanenti casi di paralisi flaccida acuta, e sono la maggioranza, da cosa sono causati?
  • Pochi sanno che in Tagikistan era in corso una campagna contro la zanzara portatrice della malaria usando il famigerato DDT, che da noi è vietato per gli effetti collaterali, tra questi è inclusa anche la poliomielite.
  • Viene inoltre sottolineato che il virus poliomielitico arriva dall’India, siete a conoscenza di questi dati?

L'esperienza indiana
Interessante è anche un editoriale apparso sul The Times of India lo scorso 23 settembre 2006 (Editorial. Drop in the Ocean. The Times of India. 23 Sep 2006. Cfr http: //timesofindia.indiatimes.com/search.cms)

“C’è qualcosa di sbagliato nel Programma di Eradicazione della Poliomielite in India (PEI: Polio Eradication Initiative). L’Indian Medical Association (IMA) ha sollevato forti dubbi sul fatto che dopo un decennio di intensive campagne di vaccinazione antipolio, l’incidenza dei casi di paralisi flaccida acuta da polio sia in continuo aumento, specie negli Stati di Uttar, Pradesh e Bihar. L’incidenza globale di questa malattia di solito è di 1/100.000, ma in India questa si è improvvisamente elevata a 12-13 casi/100.000, dopo che sono state iniziate le campagne di vaccinazione di massa. L’IMA si è ora convinta che ci sia un collegamento tra le campagne vaccinali e l’aumento vertiginoso dei casi di paralisi flaccida, ma il Governo smentisce categoricamente.  L’incidenza della malattia è aumentata dai 3.047 casi del 1997, quando è stato iniziato il PEI, ai 27.000 casi del 2005, e questi dati non possono essere confutati dal momento che la malattia ha colpito bambini che erano stati vaccinati. Nel contempo, ci sono rapporti che sostengono la diffusione della polio in aree considerate esenti da questa malattia, come Andhra Pradesh, Assam, Karnataka e Tamil Nadu.   Le organizzazioni che stanno propagando il progetto PEI (UNICEF, CDC, OMS e Rotary International) dovrebbero essere più caute ed esaminare meglio la situazione. Ma, chiudendo ancora una volta gli occhi di fronte a questo ennesimo fallimento del progetto PEI, questi organismi internazionali dimostrano che la loro percezione dei temi di salute pubblica è piuttosto limitata.  Non è infatti possibile che il controllo della polio passi solo attraverso una semplice iniezione, ma sono necessari programmi di miglioramento della situazione sanitaria generale e di nutrizione della popolazione. ...

Da un punto di vista più generale, la questione che riguarda le vaccinazioni e che le considera come una sorta di ‘cura magica’ è tuttora un argomento aperto. Ci sono sempre maggiori evidenze che una intensiva e massiva immunizzazione abbia un impatto negativo sul sistema immunitario rendendo i bambini vulnerabili a malattie come l’asma e all’insorgenza di sempre nuove allergie.

In altri casi, alcuni ricercatori associano le vaccinazioni a possibili disordini neurologici.

In India, i bambini ricevono fino a 25 dosi di vaccino antipolio: una cosa mai vista in nessun altro Paese del mondo.

Il Governo ha comunque deciso di non informare la popolazione riguardo alle controindicazioni della vaccinazione”.

Questo editoriale si esprime pubblicamente con affermazioni pesanti:

- la gente non sa nulla;

- la situazione sanitaria della poliomielite infantile indiana si sta aggravando tragicamente,- il Governo indiano e le Organizzazioni internazionali “umanitarie” (che tra l’altro sono sempre le   stesse) sono consapevoli della realtà, ma non cambiano i loro programmi e anzi, decidono di nascondere   la verità alla gente.  

 Nella logica del profitto, in cui viviamo

Un bambino sano non  rende

Fa solo la felicità dei genitori

Un bambino MALATO invece rende molto:

Farmaci  -  visite - controlli - analisi - esami  ecc.

I genitori devono solo lavorare, pagare e non pensare

A cura del gruppo Scientifico Corvelva

Corvelva

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