Coronavirus: quasi 3 mesi fa il ministero era già allertato
Ci eravamo ripromessi di non parlare dell'attuale situazione Covid19 se non per due aspetti distinti ma uniti da un unico e indissolubile quesito: se qualcuno è corresponsabile del problema, come può esserne anche soluzione?
Il primo aspetto che ci porterà a parlare del Covid19, ma ne tratteremo prossimamente, si concentra sul dove nasce il virus. Per noi è un quesito assolutamente primario: la risposta, come logica conseguenza, contribuisce a capire chi ha avuto eventuali responsabilità, con o senza dolo, alla propagazione del patogeno. Perché diciamolo: se fosse incidentale e se fosse il laboratorio di Wuhan, la nostra amata OMS dovrebbe dare più di una spiegazione al mondo intero.
Il secondo aspetto che quasi ci obbliga oggi a parlare del Covid19, è la reazione delle Istituzioni, italiane e mondiali.
Ed eccoci al punto. Ieri, 27 marzo 2020, abbiamo letto su Il Fatto Quotidiano che esiste un documento del Ministero della Salute datato 5 gennaio 2020 che riportava la seguente nota: “... segni e i sintomi clinici consistono principalmente in febbre, difficoltà respiratorie, mentre le radiografie al torace mostrano lesioni invasive in entrambi i polmoni... Il verificarsi di 44 casi di polmonite che necessitano di ospedalizzazione e formano un cluster deve essere considerato con prudenza”. Di questa nota, secondo quanto riportato nell'articolo, non venne informata l’opinione pubblica, né i medici; i successivi cluster di polmoniti virali avvenute in Italia non vennero trattate pertanto con la dovuta prudenza, secondo queste informazioni.
Ma c'è di più, solo dopo il 21 febbraio (quando l'Italia ebbe il suo paziente 1), iniziarono una serie di incontri e riunioni istituzionali e, come dichiara il professor Antonio Pesenti, direttore di rianimazione al Policlinico di Milano: la sottovalutazione del rischio è stata gravissima. Egli spiega di “simulazioni sullo sviluppo del contagio” che hanno confermato come “fin da subito era stato chiarito che le terapie intensive sarebbero andate in sofferenza”… per noi questo è un fatto di enorme gravità, secondo solo al non aver avvisato e monitorato a gennaio eventuali cluster.
Ciò che non scrive il Fatto Quotidiano è che i respiratori per le terapie intensive sono stati ordinati mediante gara Consip solo dal 10 marzo 2020 e che tutt'oggi vi è un duro scontro tra regioni e Governo proprio sul reperire sia i respiratori per le terapie intensive e sub-intensive, sia tutto il materiale idoneo per il personale sanitario.
Ci raccomandiamo di restare a casa e di disegnare tanti arcobaleni colorati, ma se vi avanza del tempo sarebbe auspicabile rendersi conto che qualcosa non ha funzionato e attualmente sono stati derogati tutta una serie di diritti costituzionali per la tutela della salute pubblica, quella tutela che, da ciò che si evince dall’articolo de Il Fatto, non è stata attuata dall’inizio. Capire oggi se la pandemia - o quantomeno lo stato di emergenza sanitaria attualmente in atto nel nosro Paese - è stata resa tale per noncuranza e/o incapacità di qualcuno, ci può portare a formulare ulteriori due quesiti:
- Chi avesse contribuito a causare - o aggravare - il problema, è in grado oggi di trovare una soluzione?
- I diritti fondamentali ora derogati, come privacy e libertà di spostamento, in quanto tempo verranno TOTALMENTE ripristinati?