Infodemia o Tedrosfobia?

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CORVELVA Papers 3 2020 IT
Come c’era da aspettarsi, l’epidemia di Wuhan ha portato a rimettere sul banco il tema del contrasto alle fake news e, a farlo, è stata l’Organizzazione Mondiale della Sanità coniando il neologismo “infodemia”.[1] 

La volontà è abbastanza chiara: convincere che il maggiore pericolo per la società globale nell’era dei social media sia la deformazione della realtà con la conseguente necessità di gestire la comunicazione in merito alle emergenze sanitarie, al fine di individuare e contenere la propagazione di fake news che, a detta loro, ostacolano il reperimento delle informazioni prodotte dalla comunità scientifica e sanitaria.

Ci sarebbe del comico in questo neologismo se non fosse per il fatto che tutti gli attori in campo, compresi governo cinese e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, sembrano avere enormi problemi di credibilità, trasparenza e imparzialità… a partire dal direttore generale dell’OMS, come vedremo.

L’elezione di Tedros Adhanom Ghebreyesus come direttore generale OMS risale al 2017. Le vicende che lo vedono coinvolto si inseriscono in un quadro molto più ampio, all'interno del quale l'Oms non spicca certo per trasparenza e assenza di legami dai portatori di interesse. Un dato su tutti: dei 2,03 miliardi di euro incassati sotto forma di contributi volontari, metà deriva da versamenti effettuati da parte degli Stati e metà da soggetti privati. Tra i finanziatori privati più generosi spiccano la fondazione di Bill e Melinda Gates (207 milioni) e il Gavi (143 milioni - consorzio di soggetti pubblici e privati che promuove campagne vaccinali e del quale i coniugi Gates sono principali azionisti). Scorrendo la lista, inoltre, si possono trovare numerose altre fondazioni e anche case farmaceutiche. Già con queste premesse, l'indipendenza dell'Oms appare con un grosso punto di domanda sullo sfondo.

Ma chi è questo Dr. Tedros, che l’Oms la dirige? È un medico etiope, tra l’altro accusato di aver coperto tre epidemie di colera quando era Ministro della Salute nel suo paese di origine.
Le accuse non arrivarono da qualche sito cospirazionista, ma da testate internazionali rilevanti, come il New York Times [2], le quali riportavano la denuncia dell’esperto di salute globale Dott. David Nabarro. I fatti, secondo quanto iniziò a trapelare dai media, riguardavano le epidemie di colera del 2006, 2009 e 2011, anni in cui il governo etiope, pur rilevando almeno 60.000 infezioni all’anno di diarrea acquosa[3] (come nel colera), continuava a rifiutarsi di dichiarare l’emergenza sanitaria.[4] Alla base del rifiuto di dichiarare l’emergenza c’era la paura delle ripercussioni economiche derivanti dalla diminuzione del turismo e delle esportazioni.
Nei casi etiopi fu fondamentale l’intervento delle Nazioni Unite che, con test di laboratorio, dimostrarono che le persone morivano proprio di colera e che, pertanto, si stavano insabbiando i contagi.
Come nota a margine va ricordato che la scelta di eleggere Ghebreyesus a direttore generale dell’OMS, a nostro avviso, avrebbe dovuto tenere conto del contesto politico etiope. Il Dott. Tedros. Dal 2012 al 2016 era stato infatti Ministro degli Esteri dell’Etiopia, nel periodo in cui, in conseguenza di una serie di proteste popolari, il governo si era reso colpevole di aver incarcerato molti manifestanti con una durissima repressione da parte della polizia che aveva causato almeno 500 morti[5] e molti attivisti locali ne denunciavano molti di più, compresi stupri e altri atti aberranti ai limiti della pulizia etnica.[6] L’Etiopia, per concludere il capitolo Tedros, appare anche nel recente report [7] dell’U4 Anti-Corruption Resource Centre del 2018, in cui veniva descritta come un paese con un’elevata corruzione e una persistente violazioni dei diritti umani, tale da aver causato disordini diffusi in Etiopia nel 2015, periodo in cui il nostro Dott. Tedros era Ministro. Non crediamo assolutamente che Ghebreyesus sia causa di questa corruzione dilagante e neppure delle repressioni violente sul popolo etiope, ma i grossi problemi di trasparenza dell’OMS sulle precedenti pandemie[8] non sono stati risolti con la scelta di questo direttore generale.

Veniamo ora alla gestione dell’epidemia di coronavirus che sta imperversando in Cina e sulle pagine dei tabloid di mezzo mondo. Alla data in cui scriviamo, 10 febbraio 2020, l’epidemia conta oltre 900 morti e 40.573 contagi confermati.[9] Sin dall’inizio noi cospirazionisti - così amano chiamare chi si pone dubbi sui dati propinati dalla comunicazione istituzionale - notammo[10] che alcuni media mainstream avevano posto l’accento su qualche coincidenza degna di nota, come la recente apertura (2017) del primo laboratorio cinese, con un livello di sicurezza BSL-4, proprio a Wuhan, che lavorava sul virus della SARS (che è un coronavirus). Ma questo aspetto passa in secondo piano (per ora) rispetto alla domanda che per noi, qui, ha più significato: Tedros Adhanom Ghebreyesus e Xi Jinping, rispettivamente il Direttore generale dell’OMS e il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, hanno davvero gestito tempestivamente l’epidemia?

l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicamente spezzato una lancia in favore del Dragone cinese, elogiando le misure d’emergenza attuate da Xi Jinping. Questo, per il governo cinese, ha lo stesso valore di una medaglia che però si è macchiata subito dopo, quando è uscita la notizia di un medico oculista di 34 anni, il Dott. Li Wenliang, deceduto recentemente a causa del coronavirus di Wuhan, il quale diede per primo l’allarme, già a dicembre 2019. La Bbc[11], di recente, ha raccontato la sua vicenda a partire da quando inviò un messaggio in una chat tra colleghi avvertendoli del pericolo e suggerendo di adottare le protezioni necessarie per evitare il contagio. Iniziarono a girare gli screenshot di quelle conversazioni private e il nome del medico arrivò alla polizia di Wuhan, che lo accusò di diffamazione.
Questo atteggiamento, che va detto essere l’unico arrivato alla stampa occidentale, ed il plauso proprio del Dott. Tedros allo stile del Governo cinese nella gestione dell’epidemia, ha portato a mettere sotto la lente di ingrandimento dei detrattori i rapporti tra lo stesso Tedros e Pechino. Secondo quanto riporta l'Asian Review,[12] «voci di corridoio negli ambienti diplomatici riferiscono che il peso della Cina nell'economia globale e nella stessa Oms potrebbe aver giocato un ruolo nella decisione da parte dell'agenzia di posticipare la decisione di dichiarare l'emergenza». L’intento sembrava essere quello di guadagnare qualche giorno, permettendo a milioni di cittadini di viaggiare in occasione del capodanno cinese ma, d'altro canto, incrementando il rischio di diffondere il virus al di fuori di Wuhan. Asian Review cita fonti diplomatiche del quartier generale dell'Oms, risentite perché l'allarme sarebbe stato dato «troppo tardi». Un altro informatore, stavolta da Pechino, ha spiegato al quotidiano asiatico che «i legami tra la Cina e l'Onu sono molto stretti, dal momento che la Cina è il secondo finanziatore delle Nazioni Unite su scala mondiale».

Non è tutto: il quotidiano italiano La Verità[13] ha già fatto notare come il predecessore di Ghebreyesus, Margaret Chan, guarda caso è di nazionalità cinese, ed era stata nominata per l'incarico dal suo governo dopo aver affrontato l'epidemia di Sars nel 2003. Inoltre, Pechino è uno dei più generosi finanziatori dell'Etiopia, il Paese di origine del dottor Tedros.

L’epidemia di Sars, la sindrome respiratoria acuta del 2002-2003, che fece registrare 774 vittime, registrò anch’essa gravissimi ritardi ed un sistematico insabbiamento del governo cinese sull’esistenza stessa del virus della sars. Già a metà novembre del 2002 un missionario segnalò all’agenzia per il controllo delle malattie infettive di Atlanta strane morti di «peste polmonare». L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Cdc avviarono un’indagine, ma il governo cinese assicurò che il problema era stato risolto e la causa di quelle infezioni era un batterio, la Chlamydia. Solo a febbraio 2003 l’Oms ricevette un rapporto dal Ministro della Sanità in cui infine si parlava di sindrome respiratoria severa acuta.

Tutto ciò che vi abbiamo raccontato serve a nostro avviso per comprendere meglio la gestione dell’epidemia di coronavirus che sta imperversando in Cina.  Il plauso di Ghebreyesus alla gestione iniziale di Xi Jinping ha portato ad una sottovalutazione del problema con risvolti seri sull’economia globale. Il Coronavirus mantiene una bassa mortalità ma è impossibile fidarsi dei dati cinesi soprattutto alla luce del fatto che la Commissione sanitaria di Wuhan smette perfino di dare aggiornamenti sul contagio, perché la burocrazia impone determinati passaggi: ogni test va confermato a Pechino (cioè al governo centrale), e per farlo occorrono cinque giorni: un “buco” enorme e inspiegabile data l’emergenza della situazione sanitaria.[14]

Concludiamo questo nostro redazionale con una domanda retorica e provocatoria: alla luce di ciò che vi abbiamo raccontato, avete ancora fiducia sull’operato e la trasparenza di Oms e Cina riguardo all’epidemia di Wuhan?

 

 

Corvelva

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