La Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) è stata fondata a Torino nel 1971 e ad essa aderisce circa il 90% dei pediatri di famiglia convenzionati con il Servizi Sanitario Nazionale, oltre seimila medici per 5 milioni di bambini assistiti. Dal 1999 la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ha concesso alla FIMP l'accreditamento, non solo come organizzazione sindacale, ma anche come società scientifica e come tale è un organo che attivamente delinea guide come il Piano Nazionale Prevenzione Vaccini o pareri autorevoli che hanno un peso sulle politiche sanitarie italiane.
Noi siamo Corvelva, non neghiamo i meriti della FIMP su alcuni limitatissimi temi e neppure l’eccellente lavoro di moltissimi pediatri, ma essendo che i figli sono i nostri, vorremmo comprendere se le sue indicazioni sono libere.
La domanda delle domande: la FIMP è libera da conflitti di interesse? A voi la risposta…
Prima di parlare del passato della FIMP, portando uno specifico caso, vi diamo subito un paio di dati presi dai report EFPIA, ovvero gli scambi di valore tra industrie farmaceutiche e, nello specifico, la Federazione Italiana Medici Pediatri:
Nel corso degli ultimi 4 anni, la FIMP ha percepito dalle industrie cifre considerevoli, ma più considerevole a nostro avviso è l’incremento progressivo nel tempo e, interessante, vedere quali siano le industrie che contribuiscono amorevolmente a supportare la FIMP, due produttori di vaccini. Gli scambi di valore sono suddivisi in questo modo:
Raffinando la precedente domanda: ma Pfizer e GSK quando incidono sulle decisioni della FIMP?
Forse se guardiamo il passato possiamo capire il presente ed il futuro, pertanto riportiamo la cronaca raccontata in un articolo del 3 novembre 2008 pubblicato sul Corriere della Sera dal titolo “Marchio venduto, il business dei pediatri”.
Marchio venduto, il business dei pediatri
Maximulta dell’Antitrust: concesso il timbro di qualità a prodotti senza controlli
La figura del Pediatra è sinonimo di fiducia e chi ha bambini lo sa: quel che dice il pediatra è oro colato. Ma se il credito conquistato diventa business, se qualcuno lucra sul patrimonio di fiducia e sull'enorme forza persuasiva della parola «Pediatra», se si vende il marchio medico per promuovere prodotti per l'infanzia, se l'autorità di mercato muove pesanti accuse sulla trasparenza e se il confine con le multinazionali della farmaceutica è segnato da una lunga sequenza di fatture, allora vale la pena approfondire e forse chiedere a gran voce al 90% dei pediatri che compongono la FIMP di prendere le dovute distanze anche perché dietro a tutto ciò si muove la più grande organizzazione sindacale dei dottori dei bambini.
Come si evince dall’articolo, nel 2008 le entrate gli scambi di valore dalla Wyeth Lederle (produttrice del vaccino Prevenar) alla FIMP superavano le quote di iscrizione dei medici.
La missione «politica» della FIMP è stata sin dall’inizio la tutela giuridica e salariale degli iscritti. Ma poi c' è il braccio economico e l'idea di creare una società commerciale per la «raccolta di fondi, lasciti e donazioni» e «per trattare con aziende farmaceutiche e non» (parole dell'ex tesoriere del sindacato) fu realizzata nel 2002 con la costituzione di GESTIFIMP.
Dunque FIMP è il sindacato nazionale e GESTIFIMP la società commerciale controllata.
Nel 2002 presidente del sindacato era Pier Luigi Tucci, sostituito a ottobre 2006 da Giuseppe Mele.
Numero uno di GESTIFIMP è stato per anni un medico, Alfio Raciti Longo, tuttora ai vertici FIMP, importante socio di un'azienda che commercia medicinali all' ingrosso (Ar Farm di Acireale).
I rapporti con le case farmaceutiche erano già solidi. Nel rendiconto 2002 del sindacato le entrate da collaborazioni con BAYER, SANOFI, (acquisto di 4.300 copie del volume "A voce de' creature") e, soprattutto, WYETH LEDERLE superavano le quote di iscrizione dei medici. Ricordiamo che la Wyeth Laderle è stata acquistata nel 2016 da Pifizer.
Fatture multinazionali
Rapidamente GESTIFIMP diventa la holding degli affari.
L'unico esterno alla FIMP è Giulio Santini, assicuratore, che ha il 15% della società ed è il direttore generale. La segretezza delle riunioni è maniacale così come l'esigenza di centralizzare ogni iniziativa che riguardi la categoria. Come quando la società Sky Atlas avviò un progetto per offrire nelle sale d' aspetto dei pediatri un canale televisivo interattivo per bambini. Lo fece senza contattare il sindacato, GESTIFIMP reagì immediatamente a quella che definì «inadempienza» e Sky Atlas venne a più miti consigli.
La holding dei pediatri ha sempre avuto un ricchissimo portafoglio di «collaborazioni» con aziende farmaceutiche o parafarmaceutiche: MELLIN, GLAXO, ABIOGEN, BORION, SANOFI, PLADA, HUMANA, VALEAS, PFIZER, ABBOTT, WYETH, per citare solo le fatture (incassate) per decine di migliaia di euro e di cui c'è evidenza documentale.
Alcune società, come la WYETH, producevano e vendevano vaccini. Per loro l'accesso al canale dei pediatri di famiglia era fondamentale. WYETH ha sempre avuto un rapporto speciale con la FIMP e, tra l'altro, sponsorizzava (con SANOFI) il sito.
Nel settembre 2006 la FIMP e il suo presidente, Tucci, patrocinano e presentano pubblicamente una campagna nazionale per promuovere la vaccinazione contro lo pneumococco, una delle cause di meningite. Già pianificati spot televisivi sulle reti nazionali. Ma l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), emanazione del ministero della Salute, boccia la campagna «non autorizzata» e non conforme al piano sanitario nazionale.
La scoperta più inquietante, però, la fa Altroconsumo nel 2006, che sul suo bimestrale Salutest denuncia: «La campagna è una pubblicità occulta di un farmaco», e occulto è anche lo sponsor «la WYETH che, guarda caso, produce proprio il vaccino contro lo pneumococco», che costava 95 euro.
Dunque FIMP a braccetto con WYETH per promuovere una campagna di vaccinazioni che, tra l'altro, farebbe fare un sacco di soldi all'azienda farmaceutica? Nessuno ha replicato alle accuse di Altroconsumo.
«Un fiume di denaro»
All'interno della GESTIFIMP, nel frattempo, si consumava una guerra tra il socio privato (15%) e la federazione, con reciproche accuse sulla trasparenza della gestione. A un'assemblea FIMP a Messina, GESTIFIMP è definita «un mostro - si legge nel verbale - che oltre a generare, così pare, un fiume di denaro, di cui la FIMP non ha beneficiato, ha portato scompiglio e lotte intestine».
Tre mesi fa (agosto 2008 n.d.r.) la federazione liquida il socio privato con 40 mila euro per il 15% della società che però non vale più nulla e, anzi, è in pesante passivo. È già in pista il clone, però, che eredita tutti i contratti.
È la FIMP PROGETTI, nuova di zecca e al 100% del sindacato. Stesso obiettivo: far soldi, soprattutto vendendo il logo.
L’inchiesta Antitrust
Ma l’Antitrust, sezione pratiche commerciali scorrette, fa scattare un’inchiesta che si concluderà con una maxi multa da 340 mila euro recapitata poche settimane fa. A chiedere l’indagine è anche il ministero del Lavoro e della Salute. Sotto accusa proprio la vendita del logo («Approvato dalla Fimp-Federazione italiana medici pediatri») a una serie di aziende che lo utilizzano per incrementare le vendite dei loro prodotti. E cioè uova fresche (marchio Ovito) piuttosto che cannucce per sorbire il latte (Magicannuccia) o scarpe per bimbi e neonati (Fisher Price e Technokid) o saponi e detergenti per l’infanzia (Nivea Baby).
È un timbro di qualità e indurrebbe a pensare che da parte del sindacato pediatri vi siano stati specifici e autonomi test su quei prodotti. Ma è così? No, secondo gli accertamenti dell'Authority.
C'è stata solo l'analisi dei documenti presentati dalle stesse imprese. Un passaggio di carte, quindi, e nulla che certifichi che quei prodotti sono particolarmente adatti ai bambini.
Solo un'operazione commerciale, per far soldi.
Bugie e ispezioni
La FIMP (Federazione italiana medici pediatri) si difende: quelle pratiche erano cessate a inizio 2008 e c'è un impegno con il ministero «a non adottare più simili iniziative». Sarà vero?
Il 28 marzo 2008 l'Authority spedisce gli ispettori alla FIMP. Lì, acquisendo email, lettere e testi dei contratti, emerge che «la Federazione continuava a concedere l'uso del logo FIMP, contrariamente a quanto affermato e documentato nella memoria inviata all'Autorità».
Alla GESTIFIMP, infatti, si era sostituita, come abbiamo visto, un clone, la FIMP PROGETTI che nel 2008 ha concluso due nuovi contratti con il solito oggetto: soldi in cambio del logo («Approvato») da appiccicare su qualche prodotto destinato ai bambini.
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