Politica, affari e reticenze: il caso del farmaco killer Mediaxal in tribunale

Politica, affari e reticenze: il caso del farmaco killer Mediaxal in tribunale

Solo in Francia è accusato di aver provocato la morte di centinaia di persone (le stime parlano di una “forbice” tra 500 e 2mila persone). Eppure è rimasto in commercio per 33 anni.

Mediator, il farmaco a base di Benfluorex, venduto anche in Italia con il nome di Mediaxal per il trattamento del diabete e dell’obesità era in realtà usato come soppressore dell’appetito. In pratica come anfetamina.
E secondo le accuse della magistratura francese la società ha avuto responsabilità precise in questo drammatico scandalo, tant’è che un’inchiesta giudiziaria ha incriminato per frode aggravata l’imprenditore farmaceutico Jacques Servier.
E due inchieste penali gravano sui Laboratori Servier, per omicidio colposo con violazione manifestamente deliberata di un obbligo di sicurezza o di prudenza imposti da leggi o regolamenti e causando disabilità per lesioni involontarie aggravate.

Il 9 ottobre nella causa che si svolge presso il Tribunale penale di Parigi, è stato ascoltato il fondatore di Prescrire, rivista autorevole e indipendente che da subito aveva descritto come il farmaco non avesse valore terapeutico come antidiabetico e avesse effetti anoressizzanti, gli stessi prodotti dalla famiglia delle anfetamine. È anche leggendo un articolo di Prescrire che Irène Frachon, la pneumologa che aveva dato origine allo scandalo, si rese conto che i danni osservati nei suoi pazienti erano legati al Mediator.

Gilles Bardelay, medico generico in pensione e assieme alla moglie Danielle fondatore di Prescrire ha raccontato a Que Choisir, uno dei giornali dei consumatori francesi che quando il Mediator arrivò sul mercato si capì subito che “era un derivato delle anfetamine, bastava guardare la chimica. Ma ciò che ci interessava di più era se avesse portato qualcosa di positivo nelle cure. E da questo punto di vista non c’erano prove di alcun effetto positivo. ”

L’osservazione di Gilles Bardelay è inequivocabile. Fin dall’inizio, la truffa è chiara: il Mediator non funziona. Ma i laboratori Servier si danno da fare per convincere i medici di benefici che non esistono.
Dieci anni dopo, nel 1986, un nuovo studio di Servier ancora non convince, non mostra ancora alcuna utilità nel diabete. “Servier, è stato il grande illusionista – spiega Gilles Bardelay nel resoconto di Que Choisir -. Il metodo era una vera falsificazione, un mix di mezze verità, menzogna per omissione e miraggio biologico”.

In Italia come in Spagna il Mediaxal è stato ritirato nel 2003, a seguito delle denunce di gravi effetti collaterali di natura cardiovascolare. Sei anni dopo che la Fda (la Food and drug administration, l’organo di vigilanza statunitense sui farmaci) aveva segnalato il caso di 24 donne che avevano sviluppato patologie valvolari dopo assunzione dei suoi principi attivi, annunciandone l’immediato ritiro dal mercato.
In Francia è stato necessario attendere fino al 30 novembre 2009. E non sono pochi quelli che attribuiscono il ritardo transalpino alle relazioni tra Jacques Servier (che nel luglio ha ricevuto la Legion d’Onore, la più alta onorificenza della Repubblica francese, dalle mani del presidente Nicolas Sarkozy, già avvocato dell’azienda prima di diventare ministro dell’Interno).


Fonti: (Sportello dei diritti, Que Choisir, Farmaciaonline.net)
https://ilsalvagente.it/2019/10/17/politica-affari-e-reticenze-il-caso-del-farmaco-killer-mediaxal-in-tribunale/

Corvelva

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