Le Comunicazioni

Lettera aperta alla presidenza della Regione Veneto

Lettera aperta alla presidenza della Regione Veneto

Pubblichiamo la Lettera aperta inviata in data 7 maggio 2020 alla Presidenza della Regione Veneto:

Lettera aperta alla presidenza della Regione Veneto: non si utilizzino ricatti in un momento di emergenza per estendere gli obblighi vaccinali sui bambini!

Egregio Presidente Zaia, 

Corvelva Aps è un’associazione che dal 1993 affianca le famiglie venete che si battono per la libertà di cura e di scelta vaccinale. Scriviamo oggi alquanto preoccupati dalle ultime dichiarazioni alla stampa dell’assessore veneto alla sanità Manuela Lanzarin riguardanti “un protocollo per i servizi per i bimbi da zero ai sei anni per sperimentare la riapertura di nidi e centri per la prima infanzia, in forma ludico/ricreativa, nella Fase 2 del contenimento dell’epidemia da Covid-19”. In particolare, data la nostra attenzione al tema, ci soffermiamo sulle seguenti dichiarazioni: 

“Ai bambini che frequenteranno tali servizi ludico-ricreativi verrà richiesto inoltre il puntuale rispetto del calendario vaccinale regionale e, in vista della prossima stagione autunno-inverno, viene prevista anche la profilassi antinfluenzale e anti-pneumococcica.” 

In una Regione che, unica in Italia, si era già schierata a suo tempo per la libera scelta vaccinale, per ben 10 anni (tra l’altro senza alcuna ripercussione sulla situazione epidemiologica regionale rispetto al resto d’Italia); in una Regione che nel 2017, da Lei guidata, propose un ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 119/2017, legge tutt’ora in vigore; viste le Sue dichiarazioni rese nel tempo, in cui Lei ha sempre sostenuto la sua personale posizione contraria agli obblighi di legge per i vaccini; ci si chiede: con quale coerenza proponete ora un tale progetto, che non solo avalla l’idea che i bambini debbano essere vaccinati per poter godere di servizi pubblici ma addirittura peggiora pesantemente il ricatto della “puntualità” nel rispetto del calendario vaccinale per poter accedere ai servizi ludico-ricreativi proposti? Quindi non solo si estende la richiesta dei vaccini previsti dalla legge Lorenzin (anziché i 10 obbligatori per legge, parlate infatti di rispetto dell’intero calendario vaccinale!) ma, addirittura, estendete tali richieste anche ai servizi ludico-ricreativi, che dalla stessa legge non venivano coinvolti! 

Lei si rende conto, Presidente, della situazione che già negli ultimi 3 anni si è palesata nella nostra Regione? La situazione veneta conseguente alla legge 119/2017 non è stata per nulla alleggerita dalle istituzioni né si è fatto in questi anni alcuno sforzo per venire incontro alle famiglie che chiedono libertà di scelta: anzi! Abbiamo vissuto sulla nostra pelle un problema sociale che deriva dalle continue esclusioni scolastiche verificatesi ad oggi nella fascia 0-6 anni, dalle scuole comunali a quelle paritarie ma con particolare attenzione a queste ultime. La FISM Veneto (Federazione Italiana Scuole Materne), che rappresenta circa il 75% dei nidi e delle scuole materne della nostra regione, ha applicato ed interpretato in maniera peggiorativa ogni singola circolare o direttiva dello Stato, aumentando il divario tra genitori ed Istituzioni e portando la nostra Associazione a consigliare il ritiro dei minori in fascia 0-6 anni dai nidi e materne sin da settembre 2017. L’immediata conseguenza è stata chiarissima e lampante, la perdita di molti posti di lavoro ed intere sezioni mettendo a rischio una filiera di scuole paritarie che, con la diminuzione della natalità, era già in profonda crisi. 

Quest’ultima iniziativa regionale segna, ancora una volta, l’aumento di questo divario. 

La reale criticità in Veneto, a nostro avviso, è stata la mancanza di ascolto ed empatia da parte della dirigenza dei servizi educativi, ma anche da parte dell Istituzioni, a partire dalla Regione che nulla ha fatto per cercare di mitigare in qualche modo questa vergognosa situazione discriminatoria venutasi a creare nei confronti di decine di migliaia di bambini sani, che 10 anni di libertà hanno dimostrato non essere né untori né tantomeno un pericolo per nessuno! A tal proposito, signor Presidente, vorremmo ricordare che da tempo siamo in attesa di una risposta istituzionale ad una lecita richiesta della popolazione: uno studio epidemiologico-prospettico che vada ad indagare lo stato di salute dei bambini vaccinati e non vaccinati nella nostra Regione. In questo territorio, che ha vissuto questa finestra di 10 anni senza obblighi, e che vanta un sistema informatizzato ben rodato e decennale, non sarebbe un problema proporre l’analisi di questi dati, in maniera del tutto legale, con la possibilità di aggregare ed anonimizzare i dati. Perché non lo si è ancora fatto? E perché in tutti questi anni la Regione non ha dato risposte? 

Le ricordiamo che la nostra associazione ha attivamente cooperato e aiutato negli anni circa 350.000 famiglie e di queste, che non sono scomparse nel nulla, una buona parte rientra nei 20.000 minori che dichiaravate inadempienti in fascia 0-6 anni, ovvero rientranti nell’esclusione scolastica. 

Associazione Corvelva e almeno 350.000 veneti lì 07.05.2020 

 

CORVELVA comunicato 1 2020

Ci si riferisce ad una proposta di piano sperimentale per l'infanzia di cui potete leggere qui: https://www.ecovicentino.it/veneto/fase-2-nelle-scuole-dellinfanzia-piano-sperimentale-della-regione-per-riaprire-i-servizi/

Scarica la lettera in pdf: https://drive.google.com/open?id=1-rtSn-vcNFzuvFxIwyQ--7s3B2w1Oo-U

Corvelva

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