Virus e segreti di Stato
Ieri sera, 2 novembre, è andata in onda un'inchiesta di Report che ci ha riportato alla mente alcuni nostri scritti del 2017.
Ai tempi si discuteva l’obbligo vaccinale sancito dal Decreto Lorenzin - poi convertito con la Legge 119/17 che in virtù di una “epidemia” di morbillo (che colpiva praticamente solo gli adulti) aveva imposti ben 10 vaccini obbligatori ai bambini, con una particolare attenzione alla fascia 0-6 anni, la cui frequenza scolastica veniva e viene tutt’ora preclusa.
Ai tempi i media hanno giocato un ruolo centrale nella psicosi collettiva: come antipasto avevano offerto alle folle una finta epidemia di meningite (sconfessata dallo stesso Istituto Superiore di Sanità che la definì “solo mediatica”), poi passarono per vere le farneticazioni dell’allora ministro Lorenzin la quale girovagava per i vari studi televisivi, inventando centinaia di bambini morti a Londra proprio di morbillo (mai esistiti); infine avevano trovato il loro massimo punto di bassezza coniando le etichette divisive NoVax e ProVax.
Il terreno della paura era stato concimato a dovere tra la fine del 2016 e quel maledetto luglio 2017 ma tutto partiva da prima, da qualche anno prima e precisamente dal settembre 2014 quando, senza una precedente discussione Parlamentare, la polipartitica Beatrice Lorenzin, Ranieri Guerra e Sergio Pecorelli, si erano recati alla Casa Bianca per incontrare l’allora presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama e ricevere un “prestigioso” incarico: l’Italia era stata designata quale capofila per i successivi cinque anni delle strategie e campagne vaccinali nel mondo. Global Health Security Agenda venne presentato in poche righe sul sito del Ministero della Salute, una foto e poco più, poiché nulla di dettagliato si era saputo di quel conferimento… di lì a poco iniziò ad odorare quella pesantezza mediatica, premonitrice di un obbligo vaccinale che avrebbe ben presto travolto altre nazioni europee.
Chi presenziò per l'Italia a quel prestigioso meeting con il Democratico Obama?
Beatrice Lorenzin, ex giovane militante di Forza Italia, eletta nel 2008 alla Camera dei Deputati con il PdL e Ministro della Salute nel 2013 nel Governo Letta. Unico Ministro ad essere stata confermata in ben tre governi, Letta, Renzi e Gentiloni, che, se siete stati attenti, erano tre governi del Partito Democratico, cui è recentemente confluita dopo una parentesi petalosa.
Sergio Pecorelli, ai tempi Presidente dell’AIFA, poi dimessosi dopo le accuse per un presunto conflitto di interessi di «livello 3», il più elevato, mosse da un comitato interno dell'Authority per la partecipazione a due Fondazioni e a una società di venture capital.
Ranieri Guerra, ai tempi Consigliere Scientifico, Ambasciata a Washington e ora potremmo dire n° 2 dell’OMS.
Tornando al passato e ai nostri scritti del 2017, una cosa era ben chiara, almeno per noi: quei politici che imponevano l’obbligo non avevano a cuore la salute pubblica, era semplicemente folle pensarlo. In caso di una reale emergenza, mai da noi auspicata ma pur sempre plausibile, ci apparse chiaro che si sarebbe palesata tutta l'incapacità e tutta l'inconsistenza del loro millantato impegno "a tutela della salute pubblica"... perché nessuno in buona fede baserebbe degli obblighi di legge su inesistenti epidemie, perdipiù sorreggendoli grazie a delle bugie, e se non si è in buona fede in tempi "non sospetti", difficilmente si sarà in grado di fare fronte a reali emergenze facendo invece gli interessi di un Paese.
Nulla fu più profetico… buona visione
P.S. Claudio d’Amario fu colui che firmò la circolare del Ministero della Salute in data 8 aprile 2020, dove si “vietavano” le autopsie ai morti per Covid19 in Italia.